L’autore, un professore della Harvard Business School esperto di strategia, è giunto a una conclusione che può sorprendere: cercare di applicare le pratiche di gestione in modo analogo in geografie differenti è una vera scemenza. Le best practice non passano bene attraverso le frontiere, perché le condizioni variano enormemente da Paese a Paese, e non solo in termini di sviluppo economico, ma anche di maturità istituzionale, norme educative, linguaggio e cultura. 

Le idee innovative di management che affiorano in altre aziende pongono un quesito perenne ai leader: quelle idee sono da acquisire, e se sì quali e come? Anche le migliori pratiche possono risultare disastrose se trapiantate nell’azienda sbagliata, dice Julie Birkinshaw.

I dirigenti più alti in grado hanno scoperto grazie a una dura esperienza che avere successo al loro livello è una questione di quanto attentamente sono in grado di combinare lavoro e vita personale in modo da non perdere se stessi, i loro cari o la loro presa sulla carriera.

Fino al 2008 diventare globali sembrava sensato per praticamente ogni azienda del mondo. Da allora siamo entrati in una fase diversa, di globalizzazione controllata.

Per decenni le grandi società hanno diffidato del corporate venturing.

In teoria i gruppi di gestione del rischio di due banche britanniche – Saxon e Anglo – avevano la stessa influenza nelle loro organizzazioni. Ma in pratica non era così: quello di Saxon era impegnato in un lavoro di rilievo critico per tutta la banca, mentre quello di Anglo aveva poca visibilità al di fuori delle sue aree di expertise.

Il cambiamento è difficile, specie nelle grandi organizzazioni. Tuttavia alcuni leader riescono – spesso in modo spettacolare – a trasformare il loro ambiente di lavoro. Cosa li rende capaci di esercitare questo tipo di influenza quando la grande maggioranza non ci riesce?

Richiesti di definire “strategia”, i manager per la gran parte tirerebbero fuori probabilmente qualcosa come: la strategia implica scoprire e inquadrare come target dei mercati attrattivi e poi costruirvi posizioni che offrano un vantaggio competitivo durevole. Questa visione della strategia come posizione resta centrale nei programmi delle scuole di business nel mondo.