Molti manager stanno bene attenti a non dire che “questo non è un posto di lavoro adatto a una donna”. Eppure ve ne sono sorprendentemente molti che esprimono apertamente il loro pregiudizio contro le madri e altre persone con doveri di assistenza. Questo tipo di discriminazione prende la forma di commenti quali “non ti senti in colpa lasciando i tuoi figli a casa?”; oppure assunti sulla mancanza di impegno delle madri sul lavoro o l’incapacità di gestire carichi più pesanti; e anche le clamorose differenze retributive e nelle opportunità di carriera. Una condotta simile può creare grossi problemi alla vostra azienda,dicono gli autori, Williams e Cuddy. Negli Usa il numero di cause legate alle questioni famigliari ha registrato un balzo di quasi il 400% tra il 1998 e il 2008. Nelle corti federali il tasso di successo del querelante è in questi casi molto alto: circa i due terzi, ossia il doppio di chi ottiene ragione in tutte le altre cause di discriminazione sul lavoro. E non sono solo le madri a trascinare le aziende in tribunale: gli uomini e le persone che assistono genitori anziani avviano e vincono tali cause. I dirigenti devono essere coscienti dei costi, che comprendono risarcimenti che possono arrivare a milioni, pubblicità negativa e perdita di collaboratori di valore. Per evitarli, dovrebbero educare se stessi - e i dipendenti – in materia legale, lavorare per eliminare ogni pregiudizio sul lavoro flessibile in ufficio e definire chiare politiche sulla discriminazione connessa alle responsabilità famigliari.