Il linguaggio pervade ogni aspetto della vita di un’organizzazione. Eppure i leader delle organizzazioni globali – in cui un multilinguismo sfrenato può produrre molti guai – spesso vi prestano scarsa attenzione quando si tratta di gestire i talenti. Con una gestione attenta del linguaggio le aziende possono reclutare e sviluppare i migliori dipendenti, promuovere la collaborazione nei team globali e rafforzare il radicamento nei mercati locali.
Parlare bene una lingua – che sia una lingua franca o quella locale – non garantisce la performance. Chi assume possono privilegiare la fluency rispetto ad altre competenze. Possono cercare all’esterno persone con le lingue appropriate invece di far crescere all’interno dipendenti disponibili a impararle. E i leader possono destinare all’estero non i migliori candidati ma chi parla determinate lingue. Per assumere e promuovere i migliori, le aziende devono fornire un addestramento in grado di soddisfare esigenze linguistiche globali e locali.
La fluency in una lingua non corrisponde inoltre a una analoga fluidità culturale. Per un leader, capire il retroterra culturale di ogni membro della squadra e di ogni cliente è essenziale tanto quanto imparare a coniugare nuovi verbi. Lo stesso si può dire per i dipendenti a qualunque livello: anche quando sono fluenti nella lingua franca, una mancanza di comprensione culturale può tradursi in forti incomprensioni. Per prevenire tali inconvenienti, la formazione linguistica deve includere quella culturale.