Ai mercati servono norme e limiti per funzionare come si deve. Per decenni l’idea di fondo che ha dominato il pensiero economico è stata che i mercati funzionano: il giusto prezzo troverà sempre un compratore e un venditore e milioni di compratori e di venditori sono molto meglio di pochi funzionari pubblici nel determinare il giusto prezzo. Ma poi è arrivata la grande recessione, quando il sistema finanziario globale è sembrato sull’orlo del collasso, e così anche le nozioni prevalenti su come si suppone che il mondo economico finanziario debba funzionare.
L’autore ha seguito come giornalista l’evoluzione del pensiero accademico in economia e finanza da metà degli anni ’90 e a suo parere emergono tre tornate di pensiero economico: 1. I macroeconomisti si stanno rendendo conto che è stato un errore dare così poca attenzione alla finanza; 2. Gli economisti finanziari stanno iniziando a combattere con alcune delle maggiori conseguenze di ciò che hanno appreso negli anni sui movimenti sbagliati dei mercati; 3. La presa estremamente influente degli economisti su una componente chiave del mondo economico – le imprese – potrebbe essere in via di attenuazione.
Nei primi anni ’30, conclude, errori di politica pubblica di Governi e Banche centrali trasformarono una crisi finanziaria in un disastro economico globale. Nel 2008 lo shock finanziario è stato almeno pari, ma le reazioni sono state più appropriate e l’effetto economico meno severo.