Fino a poco tempo fa questo succedeva anche in Google, azienda piena di persone proattive che vedono nel management più un ostacolo che una risorsa e lo percepiscono come una distrazione dal “lavoro vero”. Ma quando il team dedicato alle analitiche del personale, che applica gli stessi rigorosi metodi di ricerca utilizzati nell’operatività aziendale, ne ha valutato il valore tutto questo scetticismo si è rivelato infondato.
Estraendo i dati da sondaggi interni, valutazioni delle performance e interviste in doppio cieco, ha verificato l’impatto positivo dell’azione manageriale. Ma non basta: lo ha anche analizzato, identificando gli otto comportamenti chiave dei migliori manager Google.
In questo articolo il professor Garvin della Harvard Business School illustra come Google abbia elaborato, a partire dai dettagliati risultati della ricerca interna, concrete e precise linee guida, moduli di formazione e formulari di feedback che aiutano i manager ad affinare le proprie competenze essenziali. E dato che si tratta di strumenti costruiti a partire dal basso, dagli input dei dipendenti, questi ultimi li hanno accettati di buon grado. Dal canto loro i manager definiscono inestimabile questo apprendistato. Contemporaneamente le loro valutazioni da parte dei diretti sottoposti sono in costante miglioramento in tutta l’azienda.