In gioventù Chambers non era molto interessato alla tecnologia, finché uno dei responsabili delle assunzioni in IBM non gli suggerì di pensarla come uno strumento per aiutare i clienti a trasformare il loro business. In seguito il lavoro in IBM e in Wang gli ha insegnato che persino le grandi aziende sono a rischio se non stanno al passo con le transizioni del mercato, come ad esempio il passaggio dai computer mainframe ai minicomputer o da questi ai pc. Nei vent’anni da che è CEO di Cisco sono intervenute una serie di transizioni nel tipo di tecnologie cui le aziende si affidano e nel modo in cui consumano le soluzioni. L’aver previsto ed essere rimasta sempre all’avanguardia di tali transizioni ha consentito all’azienda di evolversi dai router e dai commutatori alla tecnologia cellulare e video e poi alle infrastrutture per applicazioni e al cloud computing.
Tre sono le sue strategie di adattamento.
Se individua la transizione abbastanza precocemente, sviluppa internamente la nuova tecnologia inserendola nel tradizionale processo R&D. Inoltre, il programma Entrepreneurs in Residence sostiene finanziariamente e tramite mentoring i primi passi di figure imprenditoriali operanti in aree di cui Cisco ha individuato le potenzialità, come quelle delle analitiche big data e della sicurezza di impresa.
Può effettuare un’acquisizione, come è già avvenuto in 174 casi.
Può dar vita a uno “spin-in”, creando un gruppo di ingegneri e sviluppatori che lavorano a un progetto specifico al di fuori dell’azienda a mo’ di start-up.
«Bisogna avere coraggio», scrive Chambers. È necessaria «una cultura resiliente che abbia la passione del cambiamento».
Titolo originale: "Cisco’s CEO on Staying Ahead of Technology Shifts", HBR, May 2015.