Topolino, la tecnologia e la tradizione

  • di Adi Ignatius, Robert A. Iger


  • Interviste


Iger è diventato CEO Disney nel 2005, dopo cinque anni in cui l'azienda aveva vissuto un tentativo di scalata ostile, una rivolta degli azionisti e una lotta con due membri importanti del consiglio di amministrazione. Al primo posto della sua agenda c'era la volontà di porre termine alla guerra interna e riconquistare l'entusiasmo e l'ammirazione dei dipendenti. Doveva anche aiutare l'azienda a considerare la tecnologia come un'opportunità invece che come una minaccia e trovare il giusto bilanciamento fra tradizione e innovazione. Era arrivato il momento, per esempio, di spostarsi verso l'animazione generata al computer e anche di aggiornare il mite Mickey Mouse, che all'origine era stato pensato come birichino e irriverente. (Paperino prese quel ruolo dopo che Mickey Mouse- Topolino divenne un simbolo aziendale e un modello di comportamento per i bambini).Iger è fortemente convinto che occorra assumersi grossi rischi, che si debba essere accessibili e prestare attenzione ai propri istinti. È stimolato dalle sfide, come dimostra un'esperienza di quando era giovane: all'età di ventitré anni il suo capo gli disse che non poteva essere promosso. Crede che il ruolo di un CEO preveda determinati obblighi: determinare la strategia, stabilire una condotta etica per l'azienda, i suoi dipendenti e i suoi prodotti e assumere e motivare grandi persone.In questa intervista curata dall'editor in chief di HBR, Iger parla della retribuzione dei dirigenti, della natura mutevole della proprietà azionaria, dell'uso che Disney fa dei social media e del nuovo parco a tema di Shanghai.Titolo originale Technology, Tradition, And the Mouse, Luglio-Agosto 2011

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