La battaglia per i talenti femminili nei mercati emergenti

  • di Sylvia Ann Hewlett e Ripa Rashid


  • Globalizzazione/Imprese globali


Nei Paesi in via di sviluppo, le donne incontrano difficoltà particolari e, sfortunatamente, il talento femminile è sottoutilizzato. Ciò si deve anche al fatto che gli impegni familiari e gli impegni lavorativi cospirano per costringere le donne ad accettare lavori senza sbocchi o a uscire dalla forza lavoro. Questo crea un grosso problema per le multinazionali che devono affrontare una guerra spietata per assicurarsi i migliori talenti, nonostante l’enorme forza lavoro dei Paesi BRIC. Per affrontare la carenza di talenti nei mercati emergenti, le multinazionali inviano dei manager all’estero (una soluzione di breve periodo) o si mettono in competizione con le imprese locali. Le multinazionali non hanno mai avuto un’opportunità così ghiotta di attrarre e trattenere collaboratori di grandissimo talento nelle economie emergenti. Per alcune è un imperativo. Le aziende lungimiranti possono fare varie cose per massimizzare l’opportunità.Ci vorranno anni prima di riuscirci, ma alcune multinazionali stanno accelerando il processo e stanno facendo in modo di attrarre e trattenere le donne più qualificate presenti sul mercato. Oltre a migliorarne le prospettive nei Paesi in via di sviluppo, questo attivismo delle multinazionali produce anche un effetto significativo sulle donne che impiegano. La straordinaria realtà è che queste donne sono all’avanguardia del cambiamento e influenzano il mondo stesso nel quale vivono.

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