Le aziende che hanno poco meditate strategie di globalizzazione, dicono Alexander e Korine della London Business School, rischiano la disgregazione o la contestazione da parte di azionisti insoddisfatti. Eppure molte aziende (in particolare nei settori deregolamentati, nei servizi e nell’industria) hanno dato acriticamente per scontata l’esigenza di globalizzarsi e sono andate a tutta velocità verso l’insuccesso. Se prima avessero risposto alle tre domande che seguono, i loro leader avrebbero potuto evitare certi errori.Ci sono dei benefici potenziali per la nostra azienda? Le mosse che hanno funzionato per alcune imprese non sono necessariamente destinate a funzionare per altre. L’azienda inglese Redland, specializzata nella produzione di tegole, ha imparato la lezione quando ha cercato di sfruttare il suo know-how tecnico al di fuori del mercato nazionale, senza rendersi conto che le prassi edilizie di certi Paesi comportano una domanda molto bassa di tegole. L’azienda non ha avuto difficoltà a trasferire la tecnologia, ma non aveva senso farlo in quei mercati.Abbiamo le necessarie competenze manageriali? Anche se esistono effettivamente dei benefici potenziali per un’azienda, non è detto che essa sia in condizione di realizzarli. La conglomerata industriale BTR aveva sviluppato una presenza significativa in molti Paesi, ma ogni business unit veniva gestita in modo più o meno autonomo. Quando si sono globalizzati, i suoi clienti si aspettavano una fornitura coordinata e un’assistenza tecnica internazionale. La BTR era tecnicamente in condizione di soddisfare queste aspettative, ma la sua cultura tradizionale ha bloccato i tentativi di integrazione globale.I costi non saranno maggiori dei benefici? Le iniziative globali possono diventare controproducenti a causa di problemi collaterali inattesi. La TCL, un’azienda cinese che produce elettronica di consumo ed elettrodomestici, si è espansa rapidamente negli Stati Uniti e in Europa attraverso una serie di acquisizioni e di joint ventures. Per effetto di questo processo, l’infrastruttura dell’azienda si è appesantita e i costi di gestione hanno superato i benefici derivanti dalla crescita dimensionale, causando grosse perdite.(Titolo originale: When You Should’nt Go Global, HBR, December 2008)