Alcuni anni fa un membro della mia famiglia venuto a visitarmi dall’India cadde ammalato. In men che non si dica si trovò adagiato sulla barella di un ospedale, circondato da persone in camice da laboratorio – persone che erano, in prevalenza, del tutto prive di qualsiasi esperienza.A Boston questa situazione è alquanto comune. Molti dei nostri eccellenti ospedali sono affiliati a scuole mediche, per cui sono pieni di studenti che si esercitano per diventare medici. Può sembrare sconcertante o anche inquietante mettere la nostra salute in mano a individui che stanno ancora imparando la loro professione. Ma quando mi trovo in una situazione come questa, cerco di ricordarmi che come pazienti abbiamo il dovere di aiutare a formare le future generazioni di medici. Tengo anche a mente con quanta cura la professione medica segue i propri tirocinanti, dando loro sufficiente autonomia per apprendere, ma senza compromettere la salute dei pazienti. L’esperienza clinica acquisita da dottori in erba costituisce un esempio ideale di come le scuole professionali affrontino il divario tra conoscenze teoriche e attività pratica.In linea generale, le scuole mediche gestiscono questo divario molto meglio delle business school, ma godono di un vantaggio: ciascun ospedale ha un afflusso costante di pazienti che può mettere a contatto con gli studenti. Introdurre degli studenti di business nelle situazioni gestionali reali è molto più difficile. Tuttavia, le business school devono lavorare di più per chiudere il divario.La Harvard Business School utilizza da molto tempo il metodo dei case study – mutuato dalla Harvard Law School e poi introdotto nella formazione al business – per proiettare gli studenti nel ruolo di manager capaci di risolvere i problemi. Analizzare 400 casi in due anni dà ai nostri studenti nei corsi MBA molta pratica specifica. I case study sono uno strumento molto efficace, ma con dei limiti: chi studia business può solo immaginare come affronterebbe un problema gestionale, mentre i medici in formazione si confrontano con casi sanitari del tutto reali.Per dare agli studenti MBA una maggiore dose di esperienza del mondo reale, la Harvard Business School sta introducendo il maggiore cambiamento nella preparazione curriculare da 90 anni a questa parte. Gli studenti del nostro programma Field Immersion Experiences for Leadership Development (esperienze di immersione sul campo per lo sviluppo della leadership, NdR) verranno impegnati in attività con orientamento pratico per tutto l’anno. Questo lavoro inizia già nel campus, dove gli studenti lavorano in seminari di sviluppo prodotti e di decisioni d’investimento. Ma l’aspetto più ambizioso del programma inizia nel gennaio 2012, quando la scuola manderà l’intera classe del primo anno – oltre 900 studenti – all’estero, in mercati in via di sviluppo, dove lavoreranno in gruppi di sei in una multinazionale o in un’impresa locale per sviluppare un nuovo prodotto o una nuova offerta di servizi.A Istanbul, Città del Capo, San Paolo, Mumbai, Shanghai e altre città gli studenti potranno trovarsi a intervistare dei clienti, a incontrare persone che lavorano nella supply chain o a visitare dei concorrenti. Alla fine di ogni giorno, un po’ come apprendisti dottori alla fine di un turno d’ospedale, si incontreranno con i docenti della facoltà per discutere di ciò che stanno imparando. (E’ proprio questa interazione quotidiana a distinguere questa esperienza da un internato estivo). Da questo contesto apprenderanno un po’ di umiltà, verificando che i piani concepiti in precedenza in aula si scontrano sul campo con ostacoli inattesi.Il nostro scopo non è solo di rendere più ricca l’esperienza dei nostri studenti, ma di migliorare la pedagogia manageriale. È questo che la HBS ha fatto con il metodo dei casi, oggi usato universalmente. È ora di fare lo stesso con l’addestramento manageriale sul campo. Il nostro sforzo sarà di capire come strutturare la parte esperienziale, quale ruolo i docenti devono avere e quale appoggio occorre ricevere dalle aziende per sviluppare un metodo che possa essere poi adottato anche da altre istituzioni.Non abbiamo tutte le risposte e improvviseremo lungo la strada. Né le aziende che ospiteranno i nostri studenti potranno acquisire gli insegnamenti che traggono da veri consulenti. Come i pazienti d’ospedale che vengono curati da nuovi apprendisti-dottori, tutti coloro che saranno coinvolti dovranno sperimentare un po’ di nervosismo e disagio. Ma in un’economia globale che esigerà molto dalla prossima generazione di manager e leader, questo è un piccolo prezzo da pagare per acquisire conoscenza ed esperienza.