Per decenni le imprese americane hanno praticato l’outsourcing della produzione, nella convinzione che non costituisse un vantaggio competitivo. Ed è stato un disastro, sostengono i docenti di Harvard, Pisano e Shih, perché le attività produttive a basso valore di oggi detengono la chiave per i prodotti innovativi di domani.Ciò che queste aziende hanno ceduto è quello che gli autori chiamano l’industrial commons, cioè le capacità operative collettive che sono alla base dei nuovi prodotti e processi nel settore industriale americano. Il risultato è stato che l’America ha perso non solo la capacità di sviluppare e fabbricare prodotti di alta tecnologia come i televisori, i chip di memoria e i laptop, ma anche le conoscenze per realizzare prodotti caldi come il lettore Kindle, i server di alta potenza, i pannelli solari e le batterie che alimenteranno la prossima generazione di auto.Per ricostruire queste conoscenze di fondo e il meccanismo di generazione di ricchezza, il Governo e le imprese negli USA dovranno avviare due drastici cambiamenti:L’Amministrazione dovrà modificare il modo in cui assicura sostegno alla ricerca di base e applicata per promuovere un’ampia collaborazione con le imprese e l’università, necessaria per affrontare i grandi problemi della società.Le pratiche di gestione delle imprese e le strutture pubbliche dovranno essere ribaltate così da evitare che possano ancora esagerare i ritorni positivi e sottovalutare i rischi di una produzione in outsourcing e dei tagli agli investimenti in R&S.Recuperare la capacità delle imprese di sviluppare e fabbricare prodotti hi-tech in America è il solo modo in cui il Paese può sperare di ripagare il suo enorme deficit e far risalire lo standard di vita dei suoi cittadini.Titolo originale: Restoring American Competitiveness, HBR, July-August 2009.