Oggi i professionisti di maggiore successo lavorano più a lungo, si assumono più responsabilità e guadagnano maggiormente rispetto ai workalcholic dei tempi passati. Essi hanno quelle che Helwett e Luce chiamano «occupazioni estreme», che implicano settimane lavorative di 60 o più ore e che hanno cinque o dieci caratteristiche – come le deadline stringenti e i frequenti viaggi di lavoro – raccolte dagli autori della ricerca all’interno di un modello di lavoro.Il progetto, frutto di un’iniziativa privata, denominato Hidden Brain Task Force, consiste in due indagini principali: una riguardante gli individui altamente remunerati negli Stati Uniti all’interno di un campione di numerose professioni, l’altra riguardante i manager delle grandi aziende multinazionali. In questa ricerca sono stati analizzati, tramite focus-gorup e interviste riguardanti le motivazioni professionali, gli scopi e le caratteristiche delle «occupazioni estreme». In questo articolo Hewlett e Luce considerano i loro dati in relazione alla crescente pressione competitiva, al grande miglioramento della tecnologia della comunicazione, ai cambiamenti culturali e agli altri profondi mutamenti che hanno aumentato il peso delle occupazioni ad alto rendimento. Il quadro che emerge è un’immagine complessa di carriere logoranti, sotto molti aspetti remunerative ma con dei pericoli per i singoli e per la società.In generale chi ha un’occupazione «estrema» non sente di essere sfruttato, anzi prova un sentimento di esaltazione. La maggioranza di essi negli Stati Uniti, il 66%, dice di amare il proprio lavoro, percentuale che sale al 76% nelle società globali. Tuttavia, la ricerca di questi autori evidenzia l’esistenza di uno svantaggio per le donne. Anche se esse non evitano la pressione e la responsabilità delle occupazioni estreme, tendono comunque a non raggiungere il numero di ore di lavoro dei loro colleghi maschi. Questo fenomeno costituisce una barriera per le donne ambiziose, ma significa anche una grande opportunità per chi assume personale: è possibile infatti trovare un modo migliore di impiegare il talento delle donne che intendono impegnarsi in lavori difficoltosi e ad elevate responsabilità, ma che non possono sostenere giornate lavorative eccessivamente lunghe