In un’economia trainata dalle idee e dal know-how intellettuale, i top manager riconoscono l’importanza di utilizzare persone intelligenti e creative. Ma le persone intelligenti, se hanno una loro caratteristica distintiva, è di non volere essere dirette. Allora cosa deve fare un leader?Gli autori hanno realizzato oltre 100 interviste con dei leader e con i loro dipendenti migliori, in organizzazioni di primaria importanza come PriceWaterhouseCooper, Cisco Systems, Novartis, la BBC e la Roche. Ciò che hanno appreso è che le relazioni più efficaci che i leader riescono ad avere con i loro dipendenti più dotati sono assai diverse da quelle che intrattengono con i normali subordinati. Queste relazioni possono assumere sette aspetti caratteristici, condivisi dalle persone più dotate. Conoscono bene il proprio valore, e sanno bene che avete bisogno delle loro qualità. Si muovono bene nelle organizzazioni e cercano il contesto aziendale nel quale i loro interessi siano più supportati. Ignorano la gerarchia aziendale e, sebbene lo status sia per loro piuttosto importante, non possono essere catturati con una promozione. Si aspettano di avere un accesso immediato al top management e, se non ce l’hanno, possono pensare che l’azienda non li prenda abbastanza sul serio. Sono inseriti in diversi tipi di network basati sulle conoscenze, e questo non solo aumenta il loro valore, ma ne incrementa il rischio di fuga. E si annoiano facilmente, perciò è necessario continuare ad affidare loro compiti impegnativi e sfidanti.Il trucco sta nell’agire come guardiani benevoli. Per assicurare loro il rispetto e i riconoscimenti cui aspirano, vanno protetti dalle regole e dalla politica aziendale, dando loro spazio perché perseguano i loro sforzi privati, e possano persino fallire. La ricompensa sarà una messe massa di persone creative che arricchiranno tutta l’organizzazione.