Quando un CEO prende il timone, gli stakeholder ne dissezionano le capacità intellettuali, fisiche ed emotive per stabilire se il nuovo leader li aiuterà a soddisfare le loro aspirazioni e li proteggerà dalle difficoltà. Per l’erede di un’impresa familiare la sfida di tramutare gli stakeholder in suoi sostenitori è particolarmente impegnativa: dovrà infatti gestire gruppi con interessi diversi – membri della famiglia, manager, alti dirigenti, investitori, sindacati – che potrebbero non essere convinti che il successore si sia guadagnato il diritto di sedere sul gradino più alto. Per peggiorare le cose, dice l’esperto di imprese familiari Ivan Lansberg, i leader aziendali spesso ignorano o sottovalutano gravemente gli stakeholder. Non capiscono che, specie dopo essere stati formalmente nominati CEO, devono affermare la propria credibilità e la propria autorità sulle diverse sfere d’influenza. Un CEO accorto comprende che il suo successo dipende da quanto bene corrisponderà al processo del test iterativo che gli stakeholder utilizzano per farsi un’idea del candidato leader. Questo articolo offre una road map per gestire quattro tipi di test che costituiscono i test iterativi: i test di qualifica sono valutazioni basate su criteri – come l’educazione formale, l’esperienza di lavoro e i risultati professionali – che i dirigenti possono citare come prova di idoneità per la massima posizione; i test autoimposti sono le aspettative che i leader stessi definiscono e rispetto alle quali ritengono che gli stakeholder li misureranno; i test circostanziali sono le sfide non previste o le crisi nel corso delle quali gli stakeholder possono osservare il leader mentre fa fronte a eventi inattesi; e i test politici sono le sfide poste dai rivali che vogliono rafforzare la propria influenza, spesso minando la posizione del leader.