Negli ultimi decenni i metodi quantitativi hanno apportato allo studio della strategia l’indispensabile rigore teorico e un’apprezzata evidenza empirica. I consulenti di strategia, con il loro armamentario di tecniche e schemi di riferimento, hanno aiutato i manager ad analizzare i propri settori e a posizionare le proprie aziende in modo da assicurare loro un vantaggio strategico. La strategia è diventata, agli occhi di molti, un problema analitico da risolvere. Ma, dice la Montgomery, Timken Professor of Business Administration presso la Harvard Business School, i benefici di questo approccio rigoroso comportano dei costi: la strategia è diventata un gioco competitivo, separato dalla missione complessiva dell’azienda. Il ruolo specifico del CEO come arbitro e nume tutelare della strategia è venuto meno. E un’enfasi eccessiva sul vantaggio competitivo sostenibile ha relegato in secondo piano l’importanza della strategia come strumento dinamico per guidare lo sviluppo dell’impresa nel corso del tempo. Per qualunque azienda, una guida intelligente richiede un chiaro senso di finalità, una percezione molto netta di ciò che la distingue realmente. La finalità, spiega la Montgomery, costituisce sia un vincolo all’attività, sia una guida al comportamento. Creatività e intuizione sono fondamentali per costruire una finalità organizzativa coinvolgente; la sola analisi non sarà mai sufficiente. Mentre la traduce in pratica la finalità, il CEO – stratega numero uno dell’azienda – deve mettere in conto che s i possa modificare. È quello che fece Lou Gerstner negli anni Novanta, quando decise che l’IBM si doveva concentrare sull’applicazione della tecnologia, anziché sull’invenzione della tecnologia. Ed è quello che fece Steve Jobs quando decise che la Apple doveva abbandonare una strategia inadeguata ed entrare in nuovi business più attraenti. Curare la strategia giorno per giorno è il miglior modo di cui dispone il CEO per influenzare l’attività dell’azienda e superare i concorrenti (Titolo originale: “Putting Leadership Back into Strategy”, January 2008)