Lo storico David McCullough, due volte vincitore del premio Pulitzer e volto noto della televisione pubblica statunitense, ha dedicato la sua carriera a individuare le qualità che fanno grande un leader. I suoi libri, tra i quali Truman, John Adams e 1776, illustrano la sua convinzione che, anche nei momenti più difficili della storia americana, le tradizionali virtù dell’ottimismo, del duro lavoro e della forza di carattere restano fondamentali.In questa conversazione con Bronwyn Fryer, senior editor di «HBR», McCullough analizza i punti di forza dei leader statunitensi passati e presenti. Di Harry Truman dice: «Non aveva paura di circondarsi di collaboratori più esperti di lui: è anche per questo che ha avuto il miglior Gabinetto dai tempi di George Washington… Conosceva i propri limiti». George Washington – «leader nato e uomo di assoluta integrità…» – era particolarmente abile a scovare i talenti nascosti. Washington Roebling, l’uomo che costruì il ponte di Brooklyn, dirigeva i lavori dando l’esempio: non chiedeva mai a nessuno di fare nulla che non avrebbe fatto lui stesso, per quanto pericoloso potesse essere. Franklin Roosevelt aveva un grande potere di persuasione.McCullough afferma che, se tenesse un corso di leadership in una business school, metterebbe l’accento sull’importanza di ascoltare – ponendo buone domande ma anche prestando attenzione a quello che le persone non dicono; metterebbe in guardia da quell’«insidiosa malattia che si chiama avidità»; incoraggerebbe l’ambizione a eccellere; e spingerebbe gli studenti MBA a comprendere l’importanza del loro lavoro e a diventare un esempio per gli altri con la propria condotta etica.(Titolo originale: Timeless Leadership. A Conversation with David McCullough, March 2008)