L’articolo fa riferimento a un libro recente (F. Butera, S. Bagnara, R. Cesaria, S. Di Guardo, Knowledge working: lavoro, lavoratori, società della conoscenza, Mondadori Università, 2008) che riporta i dati e i fatti della sorprendente crescita del lavoro e dei lavoratori della conoscenza. Le occupazioni che le statistiche classificano come scienziati, manager, professional e tecnici superiori hanno raggiunto quote altissime della popolazione lavorativa: dal 33,28% della Spagna, al 41,49% dell’Italia, fino al 52,17% della Gran Bretagna. Queste occupazioni fanno parte di una più vasta categoria: i lavori e i «lavoratori della conoscenza», quelli cioè che operano su processi immateriali, il cui output immediato è conoscenza, non un prodotto o un dato. Essi «producono conoscenza a mezzo di conoscenza». I lavoratori della conoscenza sono ormai più numerosi degli operai e degli impiegati d’ordine messi insieme: il lavoro illustra quanto siano nuovi la struttura sociale e i modi di produzione della società della conoscenza. Emergono grandi opportunità, ma anche serie criticità. Il volume illustra casi internazionali di politiche pubbliche virtuose e di sistemi di gestione professionale all’avanguardia, e formula proposte di priorità d’azione fra cui sviluppare nuove forme di organizzazione operativa e nuove larghe professioni nelle organizzazioni.Continua, così, la ricerca della Fondazione Irso condotta da oltre un decennio e si avvia un Forum di ricerca con imprese e istituzioni per seguire e supportare i nuovi cantieri della trasformazione del lavoro e dei lavoratori nella società della conoscenza.