Lavoro di squadra per l’innovazione e l’integrazione aziendale

  • di James I Cash, Jr., Michael J. Earl, Robert Morison


  • Innovazione e Tecnologia


Nel continuo tentativo di far crescere il business, molti CEO si stanno rivolgendo ai CIO e all’organizzazione IT, perché la tecnologia è assolutamente essenziale per due fonti primarie di crescita: l’innovazione e l’integrazione organizzativa. Le attività che si svolgono in entrambe le aree vanno portate avanti in sincronia, perché la velocità d’innovazione dipende spesso dalla capacità di coordinamento trasversale, e perché le innovazioni non possono raggiungere una dimensione sufficiente e un impatto sufficiente se non vengono pienamente integrate nelle operations dell’azienda. Eppure, dicono l’ex preside della Harvard Business School Cash, il preside di Oxford Earl, e il direttore della ricerca di nGenera Morison, i due sforzi rimangono «atti innaturali»: troppe grandi aziende sono più brave a soffocare l’innovazione che a capitalizzare su di essa, più brave a ottimizzare le operations locali che a integrarle per il bene dell’azienda e dei suoi clienti. Per fare apparire più naturali ambedue i processi, gli autori suggeriscono di creare due team dedicati e adeguatamente supportati dall’IT: un gruppo per l’innovazione distribuita (GID) e un gruppo per l’integrazione interna (GII). Di solito i due team sono costituiti al massimo da una dozzina di persone, in possesso di un’esperienza ibrida business-IT, che vengono messe al servizio dell’intera organizzazione. Il GID funge da centro di competenza per le tecniche di innovazione, prende in considerazione nuovi utilizzi per tecnologie già sviluppate all’interno, ricerca nuovi sviluppi all’esterno dell’azienda, e mette a disposizione esperti per iniziative interne di innovazione. Il GII seleziona i progetti di integrazione più promettenti, fornisce risorse per farli partire con una strutturazione adeguata, e poi li integra nel modello operativo dell’azienda. In assenza di questi enti di supporto, dicono gli autori, l’innovazione e l’integrazione non si estenderanno abbastanza, né abbastanza rapidamente, all’interno di una grande organizzazione, da consentirle di tenere il passo con i concorrenti più piccoli, più giovani e meglio supportati dalla tecnologia, a cui l’innovazione e l’integrazione vengono molto più naturali.

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