Costruite dei grandi team con le vostre “stelle”

  • di Michael Mankins, Alan Bird e James Root


  • Risorse Umane e Organizzazione


I talenti di punta sono un patrimonio inestimabile. In lavori altamente specializzati o creativi, per esempio, i protagonisti di primo piano riescono a essere fino a sei volte più produttivi di quelli di secondo livello. Così, quando la vostra azienda ha un progetto strategico decisivo, perché non moltiplicare tutta quella potenza di fuoco e creare con i migliori un team per portarlo avanti? Eppure, molte aziende esitano ancora a farlo, pensando che le squadre di “stelle” non funzionino: l’ostacolo è dato da ego troppo grandi; le stelle non collaboreranno tra loro; faranno diventare matto il loro leader.

Gli autori dell’articolo ritengono sia tempo di cambiare queste idee. Hanno visto squadre di stelle fare cose eccezionali. Me c’è un modo giusto e uno sbagliato per organizzarle. Prima anche solo di iniziare ad assemblare un gruppo siffatto dovete avere le giuste pratiche di talent management, per assumere e sviluppare le persone migliori e sapere ciò di cui sono capaci. Dovete dare ai team gli appropriati incentivi e leader, e costruire staff a loro volta composti di stelle. Progetti mal definiti, però, non vanno bene per squadre di stelle. Usatele solo per missioni critiche e date loro obiettivi chiari.

Anche con un assetto appropriato le cose possono ancora andar male. Il dirigente saggio adotta misure per gestire gli ego, enucleare chi non gioca in squadra ed evitare che il lavoratore medio si senta sottovalutato. Investirà anche molto tempo nello scegliere il leader giusto e nel chiedere ai membri del team dei feedback per monitorare ciò che fa.

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