Quando TED ha perso il controllo della sua folla

  • di Nilofer Merchant


  • Strategia e Concorrenza


Nel 2009 TED, organizzatore di rispettate conferenze su “idee che meritano di essere diffuse”, ha aperto le sue porte permettendo a chiunque, in qualunque luogo, di gestire e inscenare eventi locali indipendenti sotto la sua sigla. Negli anni successivi un’armata di volontari ha prodotto qualcosa come 5000 eventi TEDx in più di 130 Paesi. L’estensione di marca e il nuovo contenuto che TED ha guadagnato attraverso questi raduni, se prodotti con mezzi tradizionali, sarebbero costati milioni. Ma essi hanno portato con sé un rischio. TED non controllava più completamente il suo brand, e un’estesa comunità di persone che non lavorava per TED era ora in grado di danneggiarla. E, quando i licenziatari di TEDx hanno cominciato a inserire nei loro programmi dubbie presentazioni pseudoscientifiche, quel rischio si è trasformato in una vera minaccia. La blogosfera ha bastonato TED per la produzione di contenuti stupidi e ha messo in questione la sua credibilità complessiva. 

In questo articolo Nilofer Merchant descrive lo scandalo che si è generato e le lezioni che esso offre: (1) che “aperto” non significa “facile” o “libero” e (2) che dovete ottenere che la folla lavori con voi, non contro di voi. TED lo ha fatto, ribaltando la situazione con l’adozione di tre pratiche: “ascoltando intensamente”, riallineando la comunità su obiettivi condivisi e valutando strategicamente le parti del business da aprire alla folla e le parti da tenere sotto stretto controllo.

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