Profitti senza prosperità

  • di William Lazonick


  • Economia e Società


Sebbene i profitti aziendali siano alti e il mercato azionario sia in fase di boom, la maggior parte degli americani non condivide i frutti della ripresa economica. Mentre lo 0,1% più alto dei percettori di reddito beneficia di quasi tutto l’aumento dei redditi, i buoni posti di lavoro continuano a calare e quelli nuovi tendono ad essere incerti e sottopagati. Uno dei motivi principali consiste nel fatto che invece di reinvestire i loro profitti in opportunità di crescita, le aziende li usano per ricomprare le proprie azioni.

Prendiamo le 449 aziende nella classifica S&P 500 che erano quotate in Borsa fra il 2003 e il 2012. In tale periodo hanno utilizzato il 54% dei loro guadagni — per un totale di 2.400 miliardi di dollari — per ricomprare azioni proprie. Ai dividendi è andato un ulteriore 37% dei loro utili. Il che ha lasciato ben poco per finanziare la capacità produttiva o per migliorare i redditi dei lavoratori.

Perché tutta questa abbondanza di risorse viene dedicata al riacquisto? Perché gli strumenti basati su azioni formano la parte preponderante dello stipendio di un alto dirigente e i riacquisti spingono su i prezzi a breve delle azioni. Il riacquisto contribuisce in modo cruciale ad aumentare i compensi degli executive e ad allargare la diseguaglianza retributiva. Dato che estrae valore invece di crearne, un uso eccessivo compromette la salute dell’economia. Per restituire prosperità al Paese, il Governo e i leader d’impresa devono intraprendere dei passi per riportarlo entro limiti ragionevoli.

 

 

 

 

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