Una linea di produzione dei talenti

  • di Odile Robotti


  • Risorse Umane e Organizzazione


La maggior parte dei leader aziendali si lamenta della carenza di talenti ma, paradossalmente, fa ben poco per individuarli, prepararli e coltivarli. Un buon metodo per cambiare questa situazione è mettere in atto una sorta di "piano di produzione" basato su una filosofia corretta e consapevole.

L'articolo di Odile Robotti evidenzia la situazione a partire da un'indagine di PWC (17th Annual Global CEO Survey, 2014) in cui il 63% dei leader ha indicato il tema come fonte di seria preoccupazione. Riuscire a predisporre una “linea di produzione dei talenti” all’interno dell’organizzazione sarebbe quindi molto comodo. Nell'intervista che correda l'articolo, Marc Effron, uno dei maggiori esperti statunitensi di talent management, il contributo potrebbe essere ben più che comodo, addirittura molto rilevante. 

Forse proprio perché il contesto volatile, incerto, complesso e ambiguo, il fattore critico per il successo è il talento. Produrlo internamente è utile per evitare di doverselo procurare sul mercato, attività né facile né pacifica, tanto da venir definita “guerra dei talenti”.   Dato che il mondo produttivo ha avuto decenni per mettere a punto processi ordinati, rigorosi e ripetibili in grado di trasformare e combinare materie prime per ottenere prodotti finiti di qualità, è possibile ispirarsi a queste esperienze con buoni risultati.

Sulla rilevanza del tema dei talenti concorda anche l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, che ricorda come il gruppo, attivo in 17 Paesi, con oltre 144.000 dipendenti, punti all’eccellenza e si impegni costantemente nel proporsi come uno dei migliori posti di lavoro con una strategia di “Global Talent Development” strettamente legata alla strategia di business del Gruppo e ai piani industriali.

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