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Elogio delle assistenti di direzione

  • di Melba J. Duncan


  • Risorse Umane e Organizzazione


Dal momento che la tecnologia ha trasformato i luoghi di lavoro e le organizzazioni si sono ridimensionate, le aziende hanno ridotto drasticamente il numero degli assistenti amministrativi, ma molte società si sono spinte troppo oltre.Nella loro smania di tagliare le spese di amministrazione, sono molte le organizzazioni che ora contano sul fatto che manager di medio e alto livello si arrangino a prenotare i propri viaggi, a compilare le note spesa e a convocare le riunioni.Può darsi che qualche azienda ci veda una sorta di egualitarismo in questo tipo di struttura contraddistinta da un numero inferiore di assistenti e che sia convinta che quando i dipendenti vedono il capo caricare la carta nella fotocopiatrice, questo crei uno spirito del “siamo tutti sulla stessa barca”.In quanto pratica di management, però, questo approccio ha di rado una motivazione economica. Parlando in senso generale, il lavoro dovrebbe essere delegato al dipendente che sa svolgere questo lavoro al meglio e al costo inferiore. Eppure, anche se le aziende sembrano aver sposato questa logica dando lavoro in outsourcing all'estero a venditori o a chi si occupa della operazioni, la ignorano in casa propria. In questo articolo, Duncan, selezionatore di lunga data di assistenti per alti dirigenti, sostiene che una buona assistente di direzione rappresenta un rinforzo fondamentale della produttività per qualunque dirigente impegnato e che è in grado di garantire un ROI consistente se impiegato nel modo corretto.Titolo originale: The Case for Executive Assistant, HBR, Maggio 2011.

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