L'azienda cosmopolita

  • di Pankaj Ghemawat


  • Globalizzazione/Imprese globali


Non importa cosa abbiate sentito del mondo e del suo ristagno. Il panorama globale odierno è segnato da una crescita sbilanciata, dal protezionismo e da divisioni etniche, religiose e linguistiche. Le differenze contano ancora: l'ideale delle corporation svincolate dagli stati nazionali è divenuto popolare, ma non è più possibile da realizzare, sostengono gli autori. Pensate alla News Corporation di Rupert Murdoch. Presenza leader dall'Australia al Regno Unito agli Stati Uniti, la società ha fatto errori enormi e grossolani nel suo passaggio ai servizi televisivi in Asia, ignorando completamente la preferenza per i contenuti in lingua locale dei residenti che parlano l'inglese e reclamizzando la Tv satellitare come minaccia ai regimi totalitari (stimolando il bando sulle antenne satellitari da parte del governo cinese). News Corporation è andata oltre le sue origini australiane, ma non oltre le radici nelle democrazie di lingua inglese. È possibile creare un'organizzazione e una strategia globali, ma occorre concentrarsi sul comprendere le differenze fra persone, culture e luoghi, non sulla loro cancellazione.Uno strumento che può aiutarvi a gestire le differenze sostanziali è una mappa ragionata, che classifica ogni Paese tenendo conto di parametri che riflettono la specificità di ogni singola nazione, come la quantità di servizi per l'industria che acquista da società nazionali.Un approccio cosmopolita potrebbe portare le società, perlomeno sul medio periodo, a concentrarsi maggiormente sull'adattamento ai mercati locali che sull'aggregazione o sugli acquisti e le vendite. Ha anche diverse altre implicazioni. Le società dovranno pensare a come riorganizzare le proprie organizzazioni in modo da gestire al meglio le distanze rispetto all'esterno e far crescere leader che sappiano come colmare le differenze nazionali e culturali.Titolo originale: The Cosmopolitan Corporation, HBR, Maggio 2011.

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