Da comandante a CEO

  • di Boris Groysberg, Andrew Hill e Toby Johnson


  • Leadership


Gli americani sono sempre stati convinti che gli ufficiali degli Stati Uniti – addestrati a ricoprire posizioni ad alto rischio che richiedono capacità di recupero e agilità mentale – possano essere degli ottimi CEO. È una convinzione fondata, ma l’analisi effettuata dagli autori sulla performance di 45 aziende guidate da CEO che hanno alle spalle un’esperienza militare ha messo in luce significative differenze nel modo in cui le diverse Armi (Esercito, Marina, Aeronautica e Corpo dei Marines) preparano i futuri leader aziendali. Quelle differenze riflettono il trade-off tra flessibilità e processo che deve effettuare ogni branca delle Forze armate.Gli ufficiali dell’Esercito e dei Marines operano in un ambiente intrinsecamente incerto. Definiscono la missione, ma lasciano ai subordinati la flessibilità che occorre per adattarsi alle realtà del momento. Questa esperienza di leadership tende a produrre dei dirigenti aziendali che eccellono nelle piccole imprese, dove possono fissare un obiettivo e poi lasciare ampia autonomia ai collaboratori su come raggiungerlo.Gli ufficiali della Marina e dell’Aeronautica, che gestiscono sistemai costosi e complessi come i sottomarini e le portaerei, sono addestrati a seguire le procedure alla lettera, perché ogni minima deviazione può avere conseguenze molto gravi. Nel business, questi leader eccellono nei settori regolamentati e nelle aziende che adottano un approccio di processo all’innovazione.La lezione più importante che possono offrire le Forze armate al mondo delle imprese è che questo tipo di corrispondenza conta. Le diverse situazioni richiedono diverse competenze di leadership. Assumete la persona più in linea con le caratteristiche della posizione.Titolo originale: “Which of These People Is Your Future CEO?”, HBR, November 2010.

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