Lavora, prega, ama

  • di Rosabeth Moss Kanter


  • Leadership


Il bilanciamento tra vita e lavoro è diventato negli ultimi anni un tema caldo, specie per aziende desiderose di attrarre, motivare e trattenere persone di talento. Eppure, nonostante i luoghi di lavoro subiscano una metamorfosi per riflettere le vite reali delle persone al di là del lavoro, restano sempre aperte diverse questioni.Sovraccarico. Il titolo originale del film che ho storpiato deriva dal libro di Elisabeth Gilbert ed è MANGIA, prega, ama. Ma chi ha tempo di mangiare? Buttiamo giù qualche boccone invece di prenderci il tempo per un piacevole pasto, dato che il lavoro incombe su tutto. La produttività viene misurata: il benessere no. Lo stress sul luogo di lavoro ha effetti sulla salute e impone in altro modo una tassa sull’economia, anche se le aziende esibiscono alti profitti. Per genitori che lavorano, e soprattutto per le donne, può apparire più semplice chiamarsi fuori che allentare la presa. Oltre a essere flessibili, le aziende potrebbero riorganizzare il lavoro in moduli, per sostituire il “tempo pieno”, e creare delle metriche per misurare la soddisfazione personale, non solo l’impegno sul lavoro. Lavoro in casa. Il potenziale del telelavoro rimane sottoutilizzato. Dovrebbe essere un fatto scontato all’interno delle politiche pubbliche. Ridurrebbe la congestione del traffico e l’inquinamento dell’aria, farebbe risparmiare energia, faciliterebbe il portare i bambini a scuola o badare a loro a casa. Il 40% dei dipendenti di IBM non lavora in un ufficio IBM; nei Paesi in via di sviluppo, i dipendenti IBM ricevono un sussidio per installare connessioni a banda larga in casa.Il lavoro della famiglia. Un recente convegno aveva per titolo “Cosa possono fare gli uomini per far progredire la leadership femminile”. Al primo posto: lavare i panni. La divisione del lavoro casalingo non è granché cambiata negli ultimi decenni (anche se i passeggini hi-tech che permettono di fare jogging attraggono i giovani papà e consentono alle mamme di tirare un po’ il fiato). Finché le donne continueranno ad avere sulle spalle una quota sproporzionata di responsabilità familiari, rischieranno l’esaurimento e subiranno limitazioni a quel di più che consente di costruire capacità di leadership, come ad esempio progetti speciali, viaggi, associazioni professionali e impegno civico.Uguaglianza retributiva. Completate la frase: «Se le donne governassero il mondo…». Qualcuno risponderebbe: «Più burro, meno cannoni», ma io affermo in base alle statistiche che se le donne governassero il mondo, il loro stipendio equivarrebbe a 83 centesimi per ogni dollaro. Il divario tra i sessi è duro da colmare, anche riducendo le discriminazioni più clamorose e le gabbie occupazionali. Un’interruzione di carriera può spiegare il differenziale salariale nel corso di una vita lavorativa e le discriminazioni più sottili. Nel creare delle opportunità, chi prende le decisioni è disposto ad accettare scommesse su chi resterà o chi salirà? Stiamo molto attenti alle profezie che si auto-realizzano.Tra lavorare e amare mettiamo “pregare”. I valori vanno assai di moda. Molte aziende sono alla ricerca di valori universali che uniscano persone diverse nel perseguimento di un obiettivo comune, rispondendo al desiderio delle nuove generazioni di un lavoro pieno di significato e di valori. Nello stesso tempo, la religione – a lungo un fatto privato lasciato a discrezione delle famiglie – si insinua nei posti di lavoro, dimostrandosi difficile da gestire. Alcune aziende cercano di bandire le discussioni sulla religione (e sulla politica) in ambiente di lavoro. Altri si chiedono dove vada tracciata la linea: preghiere a colazione, gruppi di studio spirituali, abbigliamento modesto, decorazioni festive?Quale etichetta sul posto di lavoro? Le soluzioni strutturali – come orari flessibili, telelavoro, programmi aziendali per le famiglie, servizi di lavaggio a secco e cappelle in ufficio – non hanno di solito cambiato le norme di interazione. Il Buon Posto di Lavoro può, in teoria, venire danneggiato da manager retrogradi che invidiano la vita privata altrui. Eppure, talvolta anche questi manager hanno le loro ragioni. Genitori che lavorano o fedeli di una religione possono considerare i loro privilegi come un permesso per mettere se stessi davanti agli altri. Se mancano a una riunione, pazienza. Ma ostentare l’importanza delle loro responsabilità o far mostra di porre il resto della loro vita davanti al lavoro può demoralizzare colleghi che lavorano sodo, dando loro l’impressione di dover colmare i vuoti. Con i vantaggi vengono anche le responsabilità.Chiaramente, è giunto il momento di reinventare le connessioni tra lavorare, pregare e amare. Perciò sorridete, come fa Julia Roberts nel film, e mettete queste questioni al primo posto dell’agenda del manager.

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