Fiat: la grande trasformazione

  • di Sergio Marchionne


  • Leadership


Nel 2004, la Fiat era un’azienda in condizioni al limite del ridicolo. Sembrava che, ogni qualvolta si aprisse un giornale italiano, vi fossero nuove imbarazzanti storie che la riguardavano: la Fiat aveva registrato nuove perdite; il lancio di una nuova auto si era rivelato un flop; da qualche parte c’era stato l’ennesimo sciopero. L’azienda aveva cambiato quattro CEO in tre anni. Fu proprio a questo punto che Sergio Marchionne, un manager che veniva da un altro settore, salì a bordo. Da allora, la Fiat è tornata a generare profitti, e l’auto più recente uscita, la Cinquecento, è sulla bocca di tutti nel settore. In questo articolo, Marchionne racconta come è riuscito a rilanciare la società. Ha abbandonato il modello di leadership basato sull’idea di un«uomo del destino», che aveva per molto tempo caratterizzato la strategia della Fiat, e ha creato una cultura nella quale ci si aspetta che ogni manager sviluppi la capacità di essere un leader.Il CEO racconta, in particolare, come ha apportato quattro cambiamenti particolarmente efficaci. Innanzitutto, è andato a cercare in azienda i potenziali leader nascosti, come ad esempio le persone più lontane dalla sede centrale, i giovani talenti del marketing e tutti gli altri dipendenti non considerati degli alti potenziali nei percorsi di crescita aziendale. Una volta individuati questi leader potenziali, Marchionne ci ha lavorato a stretto contatto in mille modi diversi (attraverso valutazioni formali, conversazioni informali e scambi di messaggi scritti) dimostrando il suo forte interesse nei loro confronti e migliorando la cultura aziendale.In secondo luogo, ha fissato obiettivi molto ambiziosi e ha guidato attivamente i manager verso la loro realizzazione, in parte anche mettendo in discussione luoghi comuni molto consolidati. Il time to market della Cinquecento è stato ridotto da 4 anni a 18 mesi a partire da quando gli ingegneri e i designer hanno preso a interrogarsi per poi ottimizzare i loro processi di produzione.In terzo luogo, ha spinto l’azienda a guardare meno al proprio interno utilizzando, ad esempio, benchmark come la Apple ed assumendo professionisti esterni al settore auto. Infine, ha mostrato un forte rispetto per i dipendenti Fiat, realizzando dei miglioramenti – ad esempio, aprendo asili nido e negozi di alimentari vicino alle fabbriche - per aiutarli a equilibrare vita privata e lavoro.

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