Dentro la crisi, oltre la crisi

  • A cura di Francesco Bogliari e Rosamaria Sarno


  • Risorse Umane e Organizzazione


La recessione che ha colpito il nostro Paese si fa sentire anche nel settore del Management Consulting, sia pure in maniera diversa tra i vari player. Comune è la riflessione su come “sfruttare” la crisi per ripensare un settore maturo che ha bisogno non solo di una profonda innovazione tecnica ma anche di un approccio culturale per rispondere alle mutate esigenze del mercato. Il settore della consulenza in Italia è comunque tornato a crescere dopo due anni di contrazione. Il mercato ha registrato un trend positivo del 5% rispetto al 2010, per un valore di 3 miliardi di euro (di cui il 10% prodotto all’estero) con 32.400 addetti impiegati in 17.183 società. Un mercato “dominato” dalle grandi società di consulenza (da 50 addetti in su) che hanno fatto registrare nel 2011 una crescita molto più significativa di quella media del mercato (11,2% contro un valore medio di 4,7%) e che, pur costituendo in termini numerici lo 0,20% del mercato pesano a livello di fatturato per oltre il 44% del mercato stesso, laddove le microimprese (meno di 3 addetti) costituiscono l’85% del mercato per numero ma meno del 28% per valore. La crescita registrata nel fatturato delle imprese di consulenza è riconducibile per oltre il 40% all’incremento dell’export, che si presenta come leva che permette alle società di consulenza di crescere a fronte di un mercato interno poco dinamico: l’internazionalizzazione delle società di Management Consulting registra una crescita decisiva passando dai 271 milioni di euro del 2010 ai 330 milioni di euro nel 2011. Questa crescita si presenta sempre più polarizzata tra poche grandi imprese che hanno accelerato il passo e una miriade di micro imprese che, anche per esigenze di auto-occupazione, continuano a nascere. Entrando nel merito di questi macro trend si scopre però che, al di là del fattore dimensionale, ci sono fattori critici di successo – quali la specializzazione per service line/industry o l'internazionalizzazione – che fanno la differenza tra i winner e i loser. La dispersione nelle performance è elevata, con una forte divaricazione rispetto ai valori medi. Un dato significativo: al 18% dei professional delle grandi imprese viene riconosciuta una tariffa giornaliera inferiore o uguale a 600 euro, laddove il 6% dei professional delle micro imprese riceve compenso uguale o superiore ai 1.200 euro/giorno. Resta comunque difficile stabilire quanto pesi sul Sistema Italia il non compiuto sviluppo del settore del Management Consulting, con la sua capacità di contribuire alla competitività delle imprese e all’efficienza della Pubblica Amministrazione.

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