Sei miti sui Capitalisti di ventura

  • di Diane Mulcahy


  • Finanza e Amministrazione


Come direttore di private equity per la Kauffman Foundation e in precedenza venture capitalist, Mulcahy ha osservato il settore da vicino. Nel 2012, assieme a due colleghi, ha pubblicato un rapporto intitolato “Abbiamo incontrato il nemico… e siamo noi”, basato su un’analisi globale degli oltre 20 anni di esperienza della fondazione nell’investire in circa 100 fondi di venture capital. La sua ricerca ed esperienza l’hanno condotta ad avvertire gli aspiranti imprenditori di non cadere vittima di questi miti diffusi in merito al venture capital: 1. È la fonte principale per fondare start-up. (In realtà gli investitori informali finanziano un numero di imprese sedici volte più grande e nel 2012 più di 18.000 imprenditori hanno raccolto circa 320 milioni di dollari attraverso un singolo sito di crowdfunding). 2. I venture capitalist assumono grandi rischi con le start-up. (Spesso sono protetti dai rischi da robusti flussi di fee annuali). 3. La maggior parte dei venture capitalist offre grande consulenza e guida. (Per evitare delusioni su questo fronte chiedete ai CEO di altre imprese in portafoglio come valutano l’azienda). 4. Il venture capital genera ritorni spettacolari. (Dal 1997 il rendimento per gli investitori in venture capital è stato inferiore a quanto hanno investito). 5. Più grande è meglio. (La ricerca mostra che la performance dei fondi declina quando la loro dimensione aumenta oltre i 250 milioni di dollari). 6. I venture capitalist sono degli innovatori. (Sembra di no. L’innovazione viene da piattaforme online come AngelList e SecondMarket).

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