Il management generazionale e i percorsi formativi da intraprendere

di Giovanni Siri  |  Mercoledì, 01 Aprile 2015

Giovanni Siri è professore ordinario di Psicologia dei consumi e consulente per la cultura di impresa

Nell’ambito del management la “questione generazionale” può riferirsi a tre temi. Può rimandare ai problemi legati alla transizione da una generazione alla successiva nell’ambito delle imprese con proprietà familiare. In Italia il tema è stato oggetto di attenzione con particolare riferimento alle piccole e medie imprese spesso fondate da un padre-padrone nel dopoguerra e progressivamente andate incontro al passaggio di mano verso i figli abitualmente presenti in azienda fin da giovani ma sotto il fermo comando paterno. Si pensi ai casi di Barilla e Ferrero. È un passaggio critico perché qui alle differenze generazionali di base di cui parleremo più sotto si intreccia la specificità anche affettiva del rapporto padre-figlio (talora pure la dialettica tra i fratelli).

Può riferirsi alla gestione del personale appartenente alle nuove generazioni, vale a dire alla necessità di trattare le generazioni attuali che entrano nella organizzazione con strategie adeguate alla loro diversità rispetto ai dipendenti e ai dirigenti. Negli Stati Uniti il tema è divenuto caldo e molti studi mirano a proporre approcci gestionali adeguati a questa diversa realtà del personale. Comprendere in cosa consista questa “diversità” è preliminare a ogni scelta tattica, il che rimanda alla necessità di riconoscere la diversità della questione generazionale quale si impone oggi rispetto al passato.

Può riguardare infine i consumatori/clienti. Nella “società dei consumi” la centralità del consumatore è diventata ormai un mantra che sottolinea l’orientamento prioritario del marketing alla conquista dei favori del consumatore. Il fatto è che i consumatori mutano forma mentis per l’affermarsi di nuove generazioni diverse da quelle su cui avevamo tarato le nostre comunicazioni, i posizionamenti, il branding.

In tutti e tre i casi è utile arricchire la nostra formazione includendovi il tema delle “Generations”. Emerso in USA nella demografia e nella sociologia e rapidamente esteso all’ambito del management, il tema è oggi presente anche in ambito europeo affiorando anche in Italia. Nel vocabolario della ricerca statunitense le popolazioni occidentali attualmente viventi (omettendo quelle ormai estinte o esigue della “Lost Generation” e della “Greatest Generation”) vengono così segmentate: “Silent Generation”, i nati prima della fine della seconda guerra mondiale e oggi anziani (“retired”); i “Baby Boomers” o “Boomers” nati dopo la fine della seconda guerra mondiale ed entro gli anni ’60, che costituisce ancora in buona parte la maggioranza dei consumatori e dei dirigenti; la “Generazione X”, nata tra gli anni ’60 e gli anni ’80 dello scorso secolo considerata una generazione un po’ “di mezzo” tra la forte cultura dei boomers e la nuova cultura dei millennials; la “Generazione Y” ovvero i “Millennials”nati tra gli anni ’80 e il 2000 che stanno diventando il segmento più numeroso; la “Generazione Z”o “post Millennials” nati a cavallo del millennio e oggi sostanzialmente adolescenti ma già incidenti sui consumi e sugli stili di vita.

La visione per generazioni sottolinea il fatto che esiste una discontinuità sostanziale tra la cultura e la personalità dei Boomers e della Gen X (per certi versi non troppo diversa dai Boomers) e quelle dei Millennials, e che un’ulteriore consistente discontinuità sta emergendo tra gli stessi Millennials e la Gen Z. 

Ciò significa che gli attuali detentori del potere appartenenti culturalmente alla generazione dei Boomers non sono in grado di comprendere intuitivamente o per analogia con sé stessi la forma mentis e le azioni delle nuove generazioni dei Millennials, e che i Millennials probabilmente incontreranno la stessa difficoltà con la montante Gen Z. Il focus è oggi comunque sull’interazione tra Boomers/X e Millennials perché il ricambio generazionale sta avvenendo tra queste due popolazioni. Viene sottolineato che tocca a chi detiene oggi le leve decisionali superare la spontanea propensione a comprendere intuitivamente e per analogia con sé stessi i più giovani e intraprendere una reale formazione alle dinamiche intergenerazionali.

Un percorso formativo che includa accanto alla assimilazione del modello delle generations elementi scelti di antropologia culturale, di psicologia della personalità, e di scenario dell’evoluzione dei valori e dei modelli di cultura post-postmoderni. 

 

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