Il valore della qualificazione delle competenze e delle abilità: il modello sviluppato da APAFORM

di Rosamaria Sarno  |  Martedì, 06 Ottobre 2015

Si chiama APAFORM ed è l’acronimo di Associazione Professionale Asfor dei Formatori di Management. È stata creata da Asfor, l’Associazione Italiana per la Formazione Manageriale che dal 1971 aggrega le principali school of management e rilevanti corporate university e academy italiane. La mission di APAFORM è quella di garantire la qualificazione dei formatori di management, identificati su quattro macro categorie attraverso un processo di qualificazione delle competenze e delle abilità riconosciute del singolo professionista.

Delle esigenze da cui è nata quest’associazione e dei suoi obiettivi parliamo con Mauro Meda, segretario di APAFORM e componente del comitato scientifico del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali, associazione che raccoglie le principali libere associazioni professionali.

Mauro Meda, segretario di Apaform e componente del comitato scientifico del CoLAP, Coordinamento Libere Associazioni Professionali

 

Che cosa, in particolare, ha determinato la nascita di APAFORM?

Il confronto che da anni si è sviluppato sul tema del valore della qualificazione-certificazione delle “competenze” e delle “abilità” ha trovato in Italia una forte accelerazione con la Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 "Disposizioni in materia di professioni non organizzate", che ha gettato le basi per il consolidamento e la nuova costituzione di associazioni per dare un riconoscimento alle professioni non regolamentate. Un processo sostenuto dall’Unione Europea al fine di consentire una più efficace circolazione delle “Persone” (professionalità) e con un riconoscimento delle competenze-abilità, frutto di una serie di processi formativi, di apprendimento sul campo e pratica quotidiana. La Legge 4/2013 rappresenta una grande opportunità per il sistema italiano per riconoscere il valore alle diverse professioni senza Albo o Ordine, facendo emergere e valorizzare “figure professionali” con la loro base di professionalità fortemente caratterizzante, , in una logica di riconoscimento di competenze e abilità attraverso “evidenze”: risultati ottenuti e valutazioni, progetti formativi, processi di cambiamento, attività sul campo ecc.

In questo contesto quale ruolo hanno le associazioni professionali?

Nella logica della “valutazione fra pari” hanno il compito di definire rigorosi criteri di determinazione delle competenze e abilità distintive, che caratterizzano le figure professionali che le associazioni vogliono definire e regolamentare. Quindi, il processo si realizza non “legittimando e validando” la propria attività sulla base di un vincolo formale (obbligatorietà di legge) ma attraverso la definizione dei parametri che consentono di “qualificare” quella determinata figura professionale, in una dimensione internazionale. Alle associazione professionali spetta quindi anche un ruolo di “governo del processo di qualificazione” (uscire da una logica di mercato e di attribuzione di inutili coccarde). Non sarà per esse sufficiente stabilire  principi e parametri – in linea con gli standard internazionali ed EQF European Qualifications Framework – ma verrà affidato loro il compito “etico” di guidare i processi di sviluppo e innovazione nelle rispettive figure professionali e, nel contempo, favorire un adeguato scambio fra domanda e offerta di “competenze” (professionali-manageriali). In sintesi, il valore delle associazioni professionali sarà dato dalla reale capacità di sviluppare un efficace processo di valutazione delle reali competenze-abilità che la “Persona” ha realizzato nei diversi contesti economico-sociali.

Quali effetti ha finora prodotto la Legge 4/2013 sulle iniziative delle associazioni?

La Legge 4/2013, che privilegia le competenze acquisite sui tre livelli (formale, informale e non formale) collegandole direttamente alle abilità sviluppate e comprovate, ha spinto le diverse “comunità professionali” a definire le figure professionali di riferimento e i modelli di qualificazione dei propri associati, così da garantire due importanti obiettivi:

- da un lato, costruire un Dna del professionista-esperto che svolge una determinata attività professionale (in un’organizzazione o come libero professionista);

- dall’altro, spingere i propri associati verso una forte integrazione europea-globale, anche attraverso la definizione del corrispondente livello EQF European Qualification Framework, così da favorire una comparabilità dei livelli di competenza e abilità professionali, con l’obiettivo di facilitare la mobilità e l’occupabilità delle persone (passaggio strategico per la possibilità di esercitare alcune professioni in ambiti internazionali).

La sfida è di non trasformare tale processo di qualificazione in un mero atto di riconoscimento formale, come troppo spesso avviene per alcune attività di “certificazione” (volontaria e non) che non hanno un’effettiva rilevanza nella gestione quotidiana delle “azioni” professionali, nell’esercizio delle competenze, nello sviluppo delle abilità e nell’impatto innovativo nelle organizzazioni.

Tornando ad APAFORM, quali sono le quattro macrocategorie identificate? Con quali criteri sono state delineate?

Le quattro figure professionali individuate, declinate poi in specificità di ruoli sulla base del diverso livello di EQF ipotizzato, da 4 a 8 a seconda delle figure, coprono i diversi processi della filiera della formazione manageriale: Formatore manageriale specialista, Formatore manageriale di sistema, Formatore manageriale gestore di strutture, Coordinatore di programmi di formazione manageriale. La distinzione nasce dalla conoscenza diretta e dall’osservazione concreta della figura-ruolo del formatore manageriale e del mercato, dalla constatazione dell’estrema varietà e non-linearità del panorama professionale che li caratterizza, dalla evidenza della possibilità di passaggio da una figura professionale all’altra sulla base delle competenze sviluppate e delle modalità di esprimere la propria professionalità. Il criterio principale utilizzato per distinguere ciascun ruolo dagli altri è legato alla specificità di bagaglio di competenze e abilità riconosciute ed esercitate per garantire le finalità attese. La distinzione tra le diverse figure professionali individuate da APAFORM è di tipo “orizzontale e trasversale” piuttosto che di tipo “verticale e lineare”. I criteri di accesso a ciascun ruolo di “formatore manageriale” sono molto rigorosi: si diventa socio solo se si è qualificati.

Le figure di formatore manageriale qualificate APAFORM

*Livello EQF (identificato anche sulla base degli anni di esercizio della professione)

Per ulteriori informazioni: www.apaform.it

Rosamaria Sarno
PARTNER CENTER

 

     

Copyright © Strategiqs Edizioni, Harvard Business School Publishing.