I metodi tradizionali di gestione dei rischi della supply chain richiedono di stimare quanto sia probabile che si verifichi un’interruzione. Per rischi relativamente comuni – performance scarse dei fornitori, errori di previsione, problemi di trasporto – i metodi tradizionali funzionano piuttosto bene. Ma è ben diverso nei casi di eventi rari e ad alto impatto come i grandi disastri, le pandemie e i disordini politici. È difficile quantificare tali rischi usando i modelli tradizionali e, come risultato, molte aziende non si preparano adeguatamente ad affrontarli, con possibili conseguenze calamitose quando la catastrofe effettivamente arriva.
Un nuovo modello consente ai manager di quantificare l’impatto di un’interruzione della supply chain sulla performance operativa e finanziaria di un’azienda, invece che concentrarsi sulla causa o sulla probabilità dell’interruzione. Questo tipo di analisi ovvia all’esigenza di determinare la probabilità del verificarsi di ogni possibile rishio; un approccio valido dato che le strategie di mitigazione sono comunque efficaci anche senza determinare le cause dell’interruzione.
In questo articolo gli autori descrivono come le aziende possono usare il modello per ridurre la loro esposizione a qualunque tipo di rischio relativo alla supply chain.