Eataly: la forza della cultura del cibo locale nel mondo globale

  • di Raoul C. D. Nacamulli e Fabrizio M. Pini


  • Economia e Società


L’idea di cibo come prodotto culturale e l’integrazione nello stesso punto vendita di ristorazione, shopping e formazione sono gli elementi di un concept innovativo e di successo che ha consentito uno sviluppo rapido e sostenuto della rete distributiva dell’insegna Eataly capace di equilibrare responsabilità locale e presenza globale 

Quello di Eataly é un modo nuovo di guardare al mercato del cibo solitamente polarizzato in due blocchi ben distinti. A un estremo il comparto della grande distribuzione alimentare e della ristorazione fast–food focalizzato sui costi bassi e la convenienza. All’altro estremo   l’enogastronomia e la ristorazione di alta gamma orientate alle preparazioni esclusive con prezzi elevati. Quello in cui si colloca  Eataly è un ampio  spazio di mercato che si pone fra i due poli tradizionali. Qui il cibo è prima di tutto un bene culturale, mentre la commercializzazione avviene “a un prezzo non basso, ma equo”. L’idea imprenditoriale, di grande successo parte da lontano e trova un terreno di coltura adeguato nelle esperienze maturate da Oscar Farinetti, l’imprenditore e leader carismatico di Eataly, in due mondi di solito molto distanti fra loro: la grande distribuzione organizzata e il movimento Slow Food. 

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