Dieci anni fa due professori dell’INSEAD fecero sensazione introducendo la “strategia oceano blu”, un nuovo modello per scoprire mercati poco frequentati e pronti a crescere. In questo articolo applicano i loro concetti e strumenti a quella che è forse la maggiore sfida di leadership: chiudere lo spazio fra i talenti e le energie potenziali e realizzate dei dipendenti. La ricerca indica che questo spazio è vasto: secondo Gallup, il 70% dei lavoratori sono distaccati dal loro lavoro. Se le aziende potessero trovare il modo per trasformarli in dipendenti coinvolti, i risultati potrebbero essere decisivi. Il problema è che i manager difettano di una chiara comprensione di quali cambiamenti operare per fare emergere il meglio da ciascuno. Qui Kim e Mauborgne offrono una soluzione al problema: un approccio sistematico per scoprire, a ogni livello dell’organizzazione, quali attività di leadership potranno ispirare i dipendenti perché diano il massimo, e un processo per fare in modo che i manager inizino a metterle in atto.
La leadership oceano blu funziona perché i “clienti” dei manager – cioè, le persone su cui i manager operano la supervisione – sono impegnati a identificare ciò che efficace o meno. Inoltre, l’approccio non richiede che i leader cambino ciò che sono solo per avviare un set di compiti differente. E quel tipo di cambiamento è molto più facile da fare e seguire di modifiche di valori e mentalità.