Che ci piaccia o no, la lingua internazionale degli affari è l’inglese. Oggi le persone che lo parlano a un livello utile sono 1,75 miliardi, cioè un abitante del pianeta su quattro. Molte multinazionali presenti a Pechino, come Airbus, Daimler-Chrysler, SAP, Nokia, Alcatel-Lucent e Microsoft lo hanno imposto come lingua aziendale. E tutte le organizzazioni con una presenza o una vocazione internazionale farebbero bene a imitarle, afferma il professor Tsedal Neeley della HBS, se vogliono garantirsi una buona comunicazione e collaborazione con clienti, fornitori, partner e altri portatori di interessi.Ma se l’unificazione linguistica del mondo del lavoro è necessaria e inevitabile, la ricerca di Neeley rileva come questo processo sia irto di complicazioni. L’imposizione dell’inglese può provocare insicurezza e insoddisfazione e generare conflitti all’interno dei team internazionali tra chi è madrelingua e chi non lo è.Ma le aziende possono prevedere le inevitabili sfide e resistenze all’inglese come lingua unica e pianificare le strategie per affrontarle. Analizzando il caso di Rakuten, la società giapponese di servizi Internet, questo articolo traccia le linee guida per una corretta attuazione del processo.Titolo originale: Global Business Speaks English , HBR, 5.2012.