La situazione economica del nostro paese è così incerta che parlare oggi di carriera può apparire un lusso solo per pochi fortunati. Niente di più lontano dalla realtà. Dall’inizio della crisi a oggi più di un terzo del top e middle management ha cambiato lavoro. Il numero dei quadri è cre- sciuto di più del 10% mentre quello dei dirigenti è sceso del 2,8%, a dimostrazione di un mercato del lavoro che ha mantenuto una sua vivacità intrinseca. Tutte le compensation survey, inoltre, in- dicano una ripresa della politica retributiva e delle promozioni nelle imprese.
Il libro di Gioia e Magrino viene quindi presentato in un momento particolarmente utile per un pubblico vasto e non di nicchia. Il concetto di carriera sta infatti mutando profondamente: non vuol dire semplicemente guadagnare di più oppure occupare un ruolo superiore perché questo cozza con strutture sempre più piatte, con ni organizzativi labili, minori possibilità a disposizione delle imprese, ma anche motivazioni personali di erenti da quelle tradizionali cui siamo sempre stati abituati. La carriera, così, non consiste solo nell’avanzamento gerarchico: il soggetto matura un complesso di competenze che lo rendono maggiormente capace di far convergere le proprie neces- sità e aspirazioni con quelle del mercato del lavoro. Il patto che storicamente ha legato gli individui all’impresa non regge alle turbolenze del mercato. Il processo di crescita è gestito sempre più dal singolo e sempre meno dall’organizzazione d’appartenenza.
Con grande comprensione dello stato delle nostre imprese il volume prende le mosse da queste considerazioni. Di piani cazione delle carriere si parla sempre meno, i “career plan” si traguardano a obiettivi di breve periodo, le tavole di rimpiazzo si scontrano con organigrammi troppo mutevoli. La carriera diventa così “proteiforme”: non lineare come una volta, ma anche potenzialmente più ricca di opportunità per chi sa come gestirla. Questo volume fornisce molte indicazioni al riguardo. Come enunciato nel sottotitolo, si tratta di una guida, ma tutt’altro che teorica, bensì ricca di pen- siero e di vita vissuta. Oggi ogni persona di potenziale sceglie il proprio percorso per soddisfare al meglio le inclinazioni personali, cercando di perseguire un benessere che è sia sociale, oggettivo, sia personale, soggettivo.
Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana rispetto il tradizionale modo d’intendere la carriera ma, più in generale, di percepire il rapporto tra il singolo e la propria organizzazione. La carriera è sempre più un processo relazionale, continuamente contrattato tra il soggetto e le opportunità di mercato che gli si o rono volta per volta. Questa riappropriazione del proprio destino professionale è tanto più possibile quanto più il soggetto è spendibile sul mercato del lavoro: alla base di tutto, quindi, vi devono essere dei meccanismi di continuo apprendimento, formale e non.
Questo volume di Vito Gioia e Fabio Magrino ha alcuni meriti: il primo consiste nel fornire indicazioni e suggerimenti concreti e mai banali non solo all’aspirante manager, ma anche a chi ha già fatto un per- corso in questo senso per muoversi con consapevolezza in un mercato del lavoro in continuo mutamento. Le organizzazioni possono dare opportunità di crescita, sia organizzativa sia professionale: al soggetto il compito di coglierle, ma anche di procurarsele, dentro e fuori dei contesti in cui è già inserito.
Il mondo dell’executive search perde qui i connotati del luogo esclusivo e impenetrabile cui talvolta si suole indulgere, per essere invece “svelato” nei suoi meccanismi operativi, qui descritti in modo molto chiaro ed e cace. I criteri che presiedono i colloqui di selezione vengono nalmente analiz- zati nella loro ratio. Ben venga, inoltre, un libro che rifugge dall’apoteosi epica del manager cui tanta letteratura manageriale e giornalistica ci ha tristemente abituati.
Lo stesso concetto di talento perde, grazie agli autori, i connotati del superuomo che tanti danni ha procurato in molte imprese, ma assume nalmente il senso di talentuosità tipico della cultura manageriale anglosassone. Per concludere, un volume assolutamente da consigliare, di facile lettura, molto interessante, ricco di indicazioni utili per capire come sta cambiando il ruolo del manager e come si può far carriera continuando a vivere felici.
Paolo Iacci, Presidente di Eca Italia, società per la gestione del personale in mobilità interna- zionale, e Presidente di AIDP Promotion (Associazione Italiana per la Direzione del Personale). Professore a contratto all’Università LIUC di Castellanza.