Nata nel 1991 per promuovere e sostenere gli investimenti delle imprese italiane all'estero, SIMEST è una società per azioni pubblico-privata che dal 1999 gestisce gli strumenti finanziari pubblici per l'internazionalizzazione delle imprese italiane e dal 2011 svolge anche il ruolo di finanziaria per lo sviluppo della competitività. Nell'intervista a HBR Italia l'amministratore delegato Andrea Novelli parla delle realizzazioni più recenti e degli obiettivi per il futuro. Ricorda che SIMEST è la finanziaria del Gruppo CDP a sostegno dell’internazionalizzazione, pertanto l'interlocutore privilegiato per le imprese - soprattutto quelle medio-piccole - che vogliono svilupparsi all’estero. SIMEST fornisce un’ampia gamma di strumenti, accompagnando gli imprenditori in tutte le fasi dell’espansione oltre frontiera. Inoltre è spesso azionista delle aziende (circa 1.300 in più di 100 Paesi). Per quanto riguarda gli investimenti nel capitale, il 2015 è stato un anno record per SIMEST – in termini di nuove partecipazioni acquisite, pari a un controvalore di 107 milioni di euro: un livello mai toccato in tutti i suoi 25 anni di storia. Anche per i finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione e il supporto all’export i risultati sono stati tra i più alti degli ultimi anni, con 5,3 miliardi di risorse mobilitate.
SIMEST sta comunque evolvendo per adeguarsi alle esigenze delle imprese, che sono cambiate radicalmente, sia in termini di priorità geografiche sia di modalità di intervento. Alcuni dei principali Paesi target di investimenti italiani negli ultimi anni, come Brasile, Cina e Russia stanno attraversando fasi congiunturali incerte o negative, mentre grandi Paesi come Iran, Argentina e Cuba per motivi diversi si stanno riaprendo agli scambi internazionali. Cresce poi l’interesse verso le geografie di frontiera in Asia, America e Africa. Inoltre, il rallentamento della crescita globale rende sempre più opportuna la crescita estera attraverso M&A piuttosto che investimenti greenfield. In questo contesto stiamo attuando modalità di intervento più flessibili quando interveniamo nel capitale delle aziende, perché la struttura finanziaria di un progetto di generazione di energia da fonti rinnovabili in Africa è profondamente diversa da quella necessaria a realizzare un impianto produttivo in India: piuttosto che proporre prodotti standard vogliamo ascoltare le imprese e adattarci di volta in volta alle loro esigenze.