Per i soggetti non profit l’obiettivo non è il ritorno economico, ma la creazione di valore sociale per gli stakeholder e per la società. Tuttavia, la complessità crescente delle problematiche di origine sociale e la scarsità di risorse economiche ha comportato la declinazione nel settore non profit di alcuni approcci manageriali riconducibili alle pratiche dei soggetti for profit. L’articolo esamina alcune modalità innovative che consentono un approccio alle criticità del terzo settore attraverso strumenti di gestione e, in particolare, di project management in un’ottica pluriennale. Tali modelli di intervento presuppongono un cambiamento di paradigma del settore filantropico italiano, finora in larga parte basato su un orizzonte temporale limitato al breve periodo. In questa prospettiva, i principi della Venture Philanthropy (VP) e della Social Entrepreneurship (SE) acquisiscono un ruolo fondamentale.La VP presuppone la possibilità di avvalersi delle competenze manageriali degli investitori sociali nella prospettiva di sostenere progetti non profit in grado di divenire, nel medio termine, autonomi dal punto di vista economico e finanziario. Le aree di intervento della SE, definita anche come imprenditoria sociale, sono principalmente focalizzate sui bisogni sociali appartenenti a quell’area grigia della popolazione connotata da situazioni di disagio ma non riconducibili in alcun modo allo stato di assoluta povertà. La possibilità di introdurre pratiche manageriali finalizzate a una maggiore sostenibilità e a una crescente efficienza di alcune aree del settore non profit, rappresenta un’evoluzione indispensabile per affrontare la complessità della società contemporanea sostenendone la sua evoluzione. In questa prospettiva è opportuno sottolineare che in Italia esistono pochi esempi di VP e di imprenditoria sociale.Sarà quindi fondamentale, sostengono gli autori, avviare un processo di condivisione delle esperienze innovative, sia i successi sia gli insuccessi, favorendo l’individuazione di modelli di intervento efficaci e adatti al contesto italiano. L’utilizzo di approcci innovativi implica spesso margini di rischio più elevati, per questo motivo la trasparenza degli interventi rappresenta un prerequisito per individuare a livello di sistema le best practice più efficaci e gli eventuali format replicabili su territori differenti.