Capitalismo fuori controllo

Il capitalismo rimane il sistema più potente, flessibile e robusto per generare una prosperità diffusa e migliorare la qualità della vita. Mantenerlo sulla retta via dipenderà però dalla nostra capacità di ripensare le priorità che ci guidano tutti - imprenditori, legislatori e investitori - all'interno di questo sistema. In particolare, dovremo rallentare la ricerca frenetica della competizione e del tasso di redditività del capitale proprio, e questo processo inizia riconoscendoli per quello che sono: fattori fuori controllo. Questo concetto nasce all'interno della biologia evoluzionistica e viene spiegato molto bene dal caso della coda del pavone. Si tratta di una caratteristica che è diventata ancora più vistosa col passare dei secoli grazie a un semplice fatto: le femmine di pavone dimostravano di preferire i maschi con code ampie. Dopo molte generazioni, però, la coda cominciò a essere un problema perché richiedeva più elementi nutritivi ed era pesante, al punto che rallentava l'animale che la possedeva, rendendolo una preda più facile. Questo ha finito per portare a una riduzione della popolazione dei pavoni. Il capitalismo si trova attualmente su una traiettoria simile, sostengono Meyer e Kirby, soprattutto perché ha spinto troppo oltre le idee della competizione e del ROE (brillanti, ma per i loro tempi). Riportando sotto controllo questi parametri e sviluppandone di più adatti al mondo odierno, possiamo riformulare il capitalismo e spezzare il ciclo in atto. Titolo originale: Runaway Capitalism, HBR, gennaio-febbraio 2012.
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