La corruzione è il maggiore ostacolo a fare business in Russia, secondo i leader recentemente coinvolti in un sondaggio del World Economic Forum. In effetti, è un problema comune a molti mercati emergenti e le imprese hanno un compito da svolgere nel combatterla, secondo Healy e Ramanna, che si concentrano su RosPil, un’organizzazione anti-corruzione creata in Russia da Alexey Navalni, che sta combattendo una crociata contro il malaffare pubblico e privato nel proprio Paese. Al dicembre 2011, sostiene RosPil, l’organizzazione ha scongiurato l’assegnazione di contratti dubbi per un valore di 1,3 miliardi di dollari. L’azione di contrasto a politici e burocrati corrotti avviene in gran parte con un crowdsourcing via Internet, dove spesso arrivano denunce anonime relative a bandi pubblici che stanno generando atti di corruzione.
Entità come RosPil vanno sostenute? E le stesse aziende devono modellare i propri comportamenti in risposta alla corruzione? Da un lato ci sono ovvi rischi di relazione e politici; dall’altro lato, la corruzione può erodere la competitività di un’azienda, la fiducia dei clienti e dei dipendenti e la stessa legittimazione del capitalismo.
Gli autori sostengono che i capi di molte multinazionali sono ben posizionati per combattere la corruzione nei mercati emergenti. Hanno il potere di far applicare le relative politiche nelle loro organizzazioni e hanno la capacità di raccogliere altri nel settore contro questa minaccia così grave.