In quale situazione le imprese si troveranno a operare nei mesi dell’autunno? Giunti a metà anno, è chiaro che stiamo attraversando la crisi recessiva peggiore degli ultimi 80 anni. Anzi, il Fondo monetario internazionale l’ha definita senza mezzi termini la peggiore dell’economia moderna. La domanda e la produzione sono crollate nell’ultimo trimestre del 2008 e nel primo del 2009, e nel secondo trimestre dell’anno si può dire, nella migliore delle ipotesi, che il crollo si è attenuato, per divenire leggero calo o stagnazione. Però la crisi finanziaria appare stabilizzata, si è notato qualche segnale di riavvio nel mercato del credito e nella domanda al consumo, oltre a un migliore clima nel mondo delle imprese in diversi Paesi. È presto per dire che il peggio è passato, ma è abbastanza per intravvedere la luce in fondo al tunnel. I prossimi mesi potrebbero effettivamente registrare l’inversione di tendenza che annuncia la pur debole ripresa attesa per il 2010.In questo numero molti articoli sono dedicati al passaggio tra la crisi e la ripresa. Altri all’ottimizzazione delle strategie e dell’execution indipendentemente dal momento di crisi che si sta attraversando. Il filo logico comune è che occorre prepararsi oggi per mettere l’azienda nelle condizioni migliori per competere domani su scala globale, cogliendo le opportunità migliori.Tre sono i contributi specificamente indirizzati a superare la crisi nel migliore dei modi. Nel loro articolo, Fernàndez-Aràoz, Groysberg e Nohria osservano che nei momenti di grave difficoltà la maggioranza delle imprese commette l’errore di bloccare il recruiting di nuovi manager, quando invece è proprio nei momenti di crisi che occorrerebbe rafforzare il management. E propongono una guida completa per le assunzioni ad alto livello. Kaiser e Young affrontano il diffusissimo problema della carenza di liquidità. In passato, rilevano gli autori, le aziende hanno trascurato il capitale circolante perché la liquidità abbondava: oggi che il credito è un caro estinto, possono trovare una quantità insospettabile di liquidità all’interno, curando la gestione del circolante ed evitando gli errori più comuni. Nel terzo articolo, Freeman riferisce in prima persona delle proprie esperienze in frangenti in cui ha chiuso, o collaborato a chiudere, delle attività: il metodo duro, sostiene l’autore, è sconsigliabile e sbagliato. Occorre invece gestire le chiusure con umanità, coinvolgendo dipendenti, clienti e fornitori. Il saggio che dà il titolo a questo numero è opera di A.G. Lafley, l’attuale CEO di Procter & Gamble, che si basa sulla propria lunga esperienza e sui suoi passati colloqui con il guru del management Peter Drucker (scomparso nel 2005) per definire in modo preciso i compiti, unici e irrinunciabili, del chief executive officer. Certamente, fra i compiti più importanti rientra la definizione della strategia e, a questo proposito, Baghai, Smit e Viguerie osservano che le tradizionali strategie aggregate non corrispondono più alla struttura reale dei mercati, e vanno quindi corrette in modo da tenere maggiormente conto delle peculiarità («granularità») di mercati più ristretti. Due articoli trattano temi di grande portata globale. Kumar analizza le strategie di M&A delle multinazionali dei Paesi emergenti e consiglia quelle occidentali di studiarne la capacità di acquisizione, per l’efficacia dei risultati e per la visione a lungo termine che la caratterizza. London affronta il tema, meno frequente ma rilevante, dell’esigenza di misurare l’efficacia delle iniziative «alla base della piramide», ossia nei mercati emergenti e in strati di popolazione a basso reddito, proponendo una metodologia di gestione basata su uno schema chiaro e di facile utilizzo. Infine, un’intervista allo psicologo organizzativo James Hackman punta a smitizzare un luogo comune piuttosto diffuso, secondo il quale il lavoro dei team ha sempre un carattere positivo e produttivo.I saggi di questo numero sono, come di norma, arricchiti da numerosi commenti di qualità, ad opera di Claudio De Conto, Ruggero Cesaria, Alessandro Di Fiore, Hans Hinterhuber, Paolo Lavatelli, Mauro Macchi, Francesco Miggiani e Luca Pacces.Buona lettura!