Nell’andare alla ricerca di lezioni da applicare alla nostra stessa carriera, spesso cerchiamo di emulare ciò che fanno i leader. Roger L. martin sostiene che questo è sbagliato perché le azioni che funzionano in un dato contesto possono avere molto poco senso in un altro. Un modo più produttivo, anche se più difficile, è di osservare ciò che i leader pensano. Dopo avere realizzato ampie interviste con più di 50 leader, l’autore ha scoperto che sono persone con un modo di pensare fortemente integrato; sono, cioè, capaci di coltivare in testa due idee opposte allo stesso tempo per poi produrne una nuova che contiene elementi di ambedue, ma ne è superiore.Martin sostiene che questo processo di analisi e sintesi (più di una strategia migliore e di un’esecuzione impeccabile) è ciò che contraddistingue chi è capace di exploit eccezionali e spiega il loro successo nel business. Per argomentare questa tesi, egli esamina in che modo chi coltiva un pensiero integrativo si accosta ai quattro stadi del decision making per mettere a punto delle soluzioni di livello superiore. Primo, nel determinare quali elementi di un problema sono più rilevanti, vanno ben oltre ciò che è palesemente importante. Secondo, considerano relazioni multidirezionali e non lineari. Terzo, vedono il problema nel suo insieme e come le diverse parti si rapportano tra loro. Quarto, risolvono creativamente le tensioni che si formano tra idee opposte e generano nuove opzioni.Secondo Martin, il pensiero integrativo è una capacità che tutti possono sviluppare. Egli indica molti esempi di business leader che lo hanno fatto, come Bob Young, cofondatore e CEO di Red Hat, il principale distributore del software open-source Linux. Young ha capito fin dall’inizio che non doveva scegliere tra due modelli di business prevalenti. Trasse ispirazione da entrambi e forgiò una terza via innovativa, creando un’offerta di servizi per clienti aziendali che metteva Red Hat sulla strada di un successo straordinario.