L’obiettivo primo di una previsione è identificare l’intera gamma di possibilità che stanno di fronte all’azienda, alla società o al mondo in senso lato. Saffo smitizza il processo previsionale per aiutare i manager a diventare utilizzatori sofisticati e partecipativi delle previsioni, invece che destinatari passivi. Egli illustra in che modo usare le previsioni in modo da allargare tempestivamente la comprensione delle possibilità e ridurre lo spazio decisionale nel quale occorre esercitare l’intuizione.Gli eventi dell’11 settembre, ad esempio, sono stati una sorpresa maggiore di ciò che avrebbe dovuto essere. Dopo tutto, la possibilità di attentati compiuti scagliando un aereo contro dei monumenti era già emersa nei libri di Tom Clancy negli anni Novanta e tutti sapevamo che i terroristi nutrivano una particolare antipatia per il World Trade Center. Allora, perché sono stati una tale sorpresa? Cosa possono fare i dirigenti d’azienda per evitare di rimanere ciechi di fronte a possibili evenienze analoghe, siano esse cambiamenti radicali di mercato o l’emergere apparentemente improvviso di tecnologie con caratteri fortemente innovativi?Nel descrivere ciò che i previsori cercano di fare, Saffo definisce sei semplici regole di buon senso che manager consapevoli dovrebbero rispettare nell’imbarcarsi in nuovi percorsi di scoperta in compagnia di revisori di professione. Il suo consiglio è di fare una mappa del cono di incertezza, cercare la relativa curva a S, osservare ciò che non quadra, evitare di avere convinzioni troppo forti, guardarsi indietro un paio di volte mentre scrutano il futuro e sapere quando non è il caso di fare previsioni.