Il suo titolo ufficiale è presidente e CEO della Renault-Nissan Alliance, ma è noto con i più coloriti gli appellativi di “Cost Killer” e “Mr. Fix-it”. Se li è guadagnati negli anni ‘90 con il salvataggio prima di Renault e poi di Nissan. Adesso spera di raddrizzare le sorti di un’altra azienda, quella Mitsubishi in difficoltà di cui Nissan ha recentemente acquisito una quota di controllo.
Franco-libanese nato in Brasile, Ghosn si destreggia tra le sfide di gestione in due continenti. In questa intervista descrive come trascorra una settimana al mese con i suoi team di Tokyo o di Parigi e il resto del tempo sul campo, parlando con fornitori e acquirenti e cercando nuove opportunità
Nei prossimi cinque anni, dice, «vedremo più auto elettriche, più guida autonoma e più connettività». È entusiasta all’idea di utilizzare la tecnologia per «fare dell’automobile uno spazio personale indispensabile» e di sviluppare entro il 2020 un veicolo integralmente autocomandato. E non è preoccupato della concorrenza di aziende come Google o Apple nel mercato delle vetture elettriche: «Abbiamo una lunga tradizione nel prendere le tecnologie dall’esterno e applicarle ai nostri prodotti».
Ghosn ritiene che il ruolo del CEO sia quello di «guardiano dell’integrità e sostenibilità dell’azienda». Vede nella selezione delle persone giuste e nell’impostazione della strategia i suoi compiti più importanti. «Voglio essere sicuro che la Nissan-Renault Alliance continui a essere solida», dice, «con una buona performance e una buona governance».