In questo periodo di cambiamento emerge la necessità per le aziende, sia grandi sia piccole o medie, di adottare sempre più nuovi modelli di business che richiedono figure professionali orientate alla multidisciplinarietà, alle competenze di organizzazione e processo e all’utilizzo di nuove tecnologie. Le aziende si trovano quindi a dover avviare nuove strategie di gestione e investimento sulle proprie persone e in particolar modo sui propri manager, o futuri tali, per l’aggiornamento e lo sviluppo di competenze in grado di consentire loro di confrontarsi con una società e un mercato globale in continua evoluzione e le cui dinamiche risultano sempre più difficili da prevedere.
Forte è il bisogno di una visione strategica delle attività aziendali, di un orientamento al risultato, di un’apertura verso soluzioni innovative e dell’adozione di una logica di medio e lungo periodo,nonostante proiezioni decisionali di breve raggio, per far sopravvivere le aziende e allo stesso tempo farle distinguere in un mercato altamente concorrenziale.
Si ricercano oggi figure complesse eparte integrante dei percorsi di formazione manageriale diviene l’acquisizione di soft skill (negoziazione, people management, change managementecc…), capacità non meno rilevanti per un manager rispetto a quelle comunemente definite hard skill, in quanto connotate da forte valenza strategica.
In questo contesto attrarre, trattenere e motivare manager o talenti diventa una priorità per le aziende. Alle leve fondamentali legate agli incrementi retributivi se ne affiancano altre che mirano a compensare le persone da un punto di vista relazionale, di autostima e di autorealizzazione. L’engagement diventa una variabile fondamentale per assicurare la permanenza di figure manageriali, più o meno giovani, all’interno del contesto aziendale.
Si diffonde quindi l’esigenza di investire ancor più nella propria struttura di managementoffrendo a dipendenti e collaboratori percorsi formativi di qualità, meno ingessati rispetto al passato, in grado di fornire strumenti di facile applicabilità al contesto lavorativo.
Un manager deve infatti oggi consolidare le proprie competenze tecniche affiancando ad esse competenze gestionali, deve saper comunicare in modo efficace sia internamente sia esternamente all’azienda e in contesti multiculturali, deve essere dotato di capacità di pensiero strategico e aggiornarsi costantemente.
La consapevolezza di tali esigenze diffuse nelle aziende, italiane e non solo, ha spinto Bridge Partners®, prima società in Italia specializzata in negoziazione, a realizzare ForMaT, un nuovo progetto formativo incubatore di managerialità che, messo a punto per professional e profili di recente o prossima nomina manageriale, consiste in un ciclo di sei eventi formativi focalizzati su sei differenti capacità manageriali strategiche per la crescita di un manager: negoziazione, comunicazione efficace, self empowerment, people management, change e project management. Le sessioni formative sono caratterizzate da snellezza organizzativa e una struttura comune che coniuga un mix di teoria e pratica, con prevalenza della seconda sulla prima.
