In quale direzione sta andando la formazione manageriale in Italia? Quali sono le tematiche più attuali e le metodologie didattiche più richieste? Quali le proposte più innovative? Ne abbiamo parlato con Emanuele Castellani, amministratore delegato di Cegos Italia, società che su questo fronte è attiva nel nostro Paese dalla fine degli anni ’50 con percorsi che prevedono interventi in tutte le aree della management education: un’esperienza, quindi, che permette di fare un’adeguata valutazione degli attuali trend e delle prospettive che si profilano per il prossimo futuro.
Dal vostro osservatorio qualificato quali segnali state cogliendo nel campo della formazione manageriale? Quali sono le tematiche più richieste e quali le metodologie didattiche più efficaci?
Ci occupiamo di formazione in tanti ambiti che suddividiamo in tre aree d’intervento: Sales & Marketing, Operations, e HR/Management & Leadership e registriamo un sostanziale equilibrio di fatturato. Quest’anno abbiamo realizzato un tour su quattro città abbracciando temi quali la gestione dei Top Clients, gli acquisti, la gestione dei talenti e il tema della Next Generation. Tutti gli eventi hanno avuto un grande successo, in particolare quest’ultimo. Ci si interroga molto sul tema della gestione dell’azienda multigenerazionale, non solo su come proteggere la convivenza tra generazioni diverse, ma anche su come utilizzare le competenze e le caratteristiche dei “giovani”. Come creare un ambiente di lavoro che li accolga, come favorire l’interscambio di competenze (leadership Vs digitalizzazione), come mantenere gli equilibri esistenti progredendo verso scenari organizzativi più evoluti. Per quanto riguarda le metodologie didattiche, le aziende più grandi e più evolute ormai si sono orientate verso modalità di formazione “blended” che miscelano sapientemente formazione in modalità presenziale e non, alternando momenti di aula con aula virtuale, podcast, moduli e-learning e tutto ciò che può aiutare a coinvolgere una risorsa non solo in un contesto “atteso” e “formale”, ma anche in momenti più “a sorpresa” e “informali”.
Dopo un periodo di ridotta domanda si registra il ritorno e la crescita della formazione a catalogo. Voi siete sempre stati forti in questo ambito: a suo avviso, che cosa sta determinando tale crescita rispetto agli ultimi anni?
Mi capita di sentir dire che la formazione in house vale più della formazione a catalogo, un’idea che vorrei smentire. Un’azienda che vuole raggiungere i propri obiettivi e considera la formazione una leva strategica deve sfruttare sicuramente i vantaggi offerti dai percorsi in house per portare la propria organizzazione a possedere il set di competenze necessarie. Noi realizziamo metà del nostro fatturato in tale tipologia formativa. La formazione a catalogo possiede altri vantaggi importanti. Risorse appartenenti a realtà aziendali diverse si incontrano e possono confrontarsi sull’interpretazione del proprio ruolo, sulla cultura aziendale, sugli obiettivi e gli strumenti a disposizione; le persone apprendono per il 70% mediante esperienza vissuta, per il 10% acquisendo i contenuti che vengono trasmessi dai docenti e per il 20% dal confronto. Un buon docente di formazione a catalogo non è solo un esperto della materia ma è anche colui che sa condividere con i partecipanti il flusso d’aula senza perderne le redini. Quando un’azienda iscrive una propria risorsa a un corso a catalogo gli invia un messaggio inequivocabile: “Stiamo investendo su di te”.
Quali sono gli elementi che contraddistinguono la vostra offerta a catalogo e su cui fate leva in modo particolare?
Il nostro catalogo è molto ampio e costantemente aggiornato: ogni anno introduciamo novità attraverso corsi nuovi ma anche attraverso la revisione di quelli esistenti. Abbiamo un calendario ricco di oltre 1.200 edizioni in tutti i mesi dell’anno, agosto incluso, mese in cui si concentrano le ferie. Per molti, però, si tratta di due settimane di “stacco”e al rientro ci si trova a trascorrere giornate “mosce” in ufficio in attesa che ritornino i ritmi frenetici con il mese di settembre. Beh, questo è il momento migliore per prendersi cura della propria formazione. Il riposo appena goduto pone nelle condizioni migliori per apprendere, non si corre il rischio di trovare arretrati di lavoro sulla scrivania ed è più facile provare a mettere in pratica ciò che si è appreso. Grande novità saranno le "Edizioni Garantite". I nostri clienti sapranno con largo anticipo se un’edizione è già confermata in modo da avere la certezza della prestazione.
Tra le modalità didattiche l’aula continua a essere in posizione privilegiata, mentre il ricorso a forme di "online learning" appare ancora limitato. Voi state andando invece in modo deciso proprio in tale direzione con la vostra "training BOX". Che cosa caratterizza questa proposta rispetto ad altre soluzioni e-learning che non hanno riscosso interesse e partecipazione? A chi si rivolge in particolare?
Abbiamo analizzato il mercato e abbiamo “scoperto” che due dei motivi per cui c’è una certa resistenza all’utilizzo dell’e-learning sono legati al processo d’acquisto e alla fruibilità; tra i principali vantaggi dell’e-learning, però, inserirei proprio la possibilità di colmare gap di micro-competenze in tempi molto rapidi con un forte contenimento dei costi. Quando un’azienda acquista una training BOX, acquista il diritto ad accedere alla nostra library, utilizzandola come se fosse la propria. Le modalità d’impiego sulla popolazione aziendale vengono poi gestite dal responsabile, il quale può assegnare moduli ad personam o lasciare le risorse libere di decidere quali corsi svolgere.