Le domande possono coinvolgere e motivare le persone ma possono anche scoraggiarle se suonano provocatorie. Per stimolare i collaboratori senza spaventarli, riformulate le seguenti domande:
Qual è il problema? Anziché fissarsi su problemi e punti deboli, utilizzate domande positive mirate a far emergere i punti di forza e le opportunità e a raggiungere degli obiettivi: che cosa facciamo bene e che cosa possiamo costruire su questa base.
Di chi è la colpa? Questa domanda punta a trovare un capro espiatorio quando probabilmente ci sono parecchi colpevoli in circolazione. Per identificare gli anelli deboli della catena senza insistere troppo sulle responsabilità, chiedete: come possiamo lavorare insieme per puntellare i passaggi deboli, qualunque essi siano?
Non abbiamo già tentato questa strada? È una domanda importante da fare ma un tono sbagliato può renderla paternalistica e disfattista. Non ammette l’eventualità che il fallimento sia dipeso non dall’idea in sé quanto da una tempistica sbagliata. Chiedete piuttosto: Se tentassimo questo adesso, che cosa andrebbe diversamente e quanto ciò influirebbe sul risultato?
Tratto da 5 Common Questions Leaders Should Never Ask” di Warren Berger